Addio a don Pietro: «Ha donato la vita per la sua gente»

Bulgarograsso Tanti fedeli al funerale del parroco. Monsignor Vegezzi: «Ha servito fino alla fine la Chiesa ed era sempre appassionato di quello che faceva»

L’Ave Maria cantata dall’assemblea dei fedeli e un caloroso applauso per l’ultimo saluto a don Pietro Snider, spirato giovedì sera a 91 anni. Una folla, ieri pomeriggio, per l’addio al parroco di Bulgarograsso dal 1994 al 2008 e, dopo la missione di sei anni in Brasile, dal 2015 a fine gennaio collaboratore della Comunità pastorale di Bulgarograsso e Guanzate.

Chiesa gremita per la solenne messa funebre presieduta da monsignor Giuseppe Vegezzi. Presenti, oltre al parroco don Alessio Bianchi, al vicario don Carlo Bosco e alle suore della Comunità pastorale di San Benedetto Abate, anche il vicario episcopale di zona monsignor Franco Gallivanone, numerosi sacerdoti del Decanato di Appiano Gentile e dell’Istituto Santa Croce di Como dove a fine gennaio si era ritirato, autorità (il sindaco di Bulgarograsso Fabio Chindamo e il collega di Casale Litta Graziano Maffioli) e associazioni. In chiesa, oltre ai tanti fedeli di Bulgarograsso e Guanzate, anche ex parrocchiani di Casale Litta e Villadosio dove era stato parroco dal 1985 al 1994.

Il feretro adagiato ai piedi dell’altare, con l’ulivo simbolo di rinascita (Pasqua) e di pace, è stata la rappresentazione plastica del suo cammino di umile pastore e servitore della Chiesa verso l’incontro con il Signore.

«Cinquantanove anni di fedeltà al ministero sacerdotale. Don Pietro non si è fatto servire, ma ha servito fino alla fine la sua Chiesa che ha sempre amato e l’ha servita sempre con la determinazione e con l’entusiasmo che lo caratterizzava – ha detto monsignor Vegezzi - Sempre appassionato di quello che faceva. Le volte che l’ho incontrato aveva sempre nel cuore la povertà che ha visto in Brasile e non si dava pace perché non poteva fare di più. Ha davvero donato la sua vita per la sua gente che ha incontrato e che ha amato con sincerità. Il suo desiderio di un “oltre” ora si realizza nel contemplare il volto di quel Signore nel quale ha sempre creduto e per il quale ha dato tutta la sua vita».

Prete missionario, quattro volte in Togo e tre a San Salvador dove si era trasferito dal 2009 al 2015. «Ringraziamo molto don Pietro per essere stato fra noi un testimone di sacerdote umile, sempre disponibile per servire, con cuore aperto e con un amore molto grande per i più poveri tra i poveri. La sua presenza come missionario nella parrocchia Madonna del Perpetuo Soccorso in Salvador Bahia ha lasciato tante amicizie di solidarietà – ha scritto padre Michel Ramon, a nome della comunità e dei collaboratori del centro Giovanni Paolo II - Anche dopo il ritorno in Italia, non ha mai lasciato di aiutarci con grande generosità».

Attenzione agli ultimi di cui ha dato prova anche a Bulgarograsso e a Litta Rusca, come ha ricordato Gianfranco Piras nel ringraziare don Pietro per l’operoso ministero svolto nelle comunità di Casale Litta e Villadosio: «La tua attenzione verso gli ultimi, gli emarginati, i sofferenti nel corpo e nello spirito ti ha portato ad aprire la porta di casa per accogliere chi chiedeva aiuto. Come dimenticare una settimana santa passata con un emarginato che, grazie alla tua disponibilità, ha ritrovato la propria vita». La salma è stata infine tumulata nella cappella di famiglia nel cimitero di Intimiano.

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