Alpinista di 71 anni corona il suo sogno: in vetta sulle Ande a 6.354 metri

Olgiate Comasco L’ex assessore Ivano Gabaglio conquista la cima del Chopicalqui nella Cordillera Blanca in Perù dopo lo stop di un anno fa -«Mi sono commosso, ho vissuto situazioni di estasi»

Olgiate Comasco

Il gagliardetto del Cai di Olgiate e la bandiera italiana svettano, finalmente, sul Chopicalqui a quota 6.354 metri.

Sfida stavolta vinta dall’ex assessore Ivano Gabaglio – 71 anni a novembre, socio del Cai – alla quinta spedizione sulla Cordillera Blanca.

«All’arrivo mi sono commosso - commenta Gabaglio - L’anno scorso a causa del mal di montagna mi ero dovuto fermare a 150 metri dalla vetta. Mi sono detto che ci avrei riprovato ed è stata una grande soddisfazione raggiungere l’obiettivo, che corona la mia esperienza alpinistica. La decima ascesa su ghiacciai peruviani».

Con la guida e due sherpa

Al suo fianco la guida locale e amico, Max Enostroza, e due portatori. Arrivato a Lima l’8 agosto, da lì ha raggiunto Huaraz.

«La prima giornata è stata dedicata all’acclimatamento, salendo da quota 3.200 metri a la Laguna Churup a 4.600 metri - racconta Gabaglio - Il giorno dopo abbiamo iniziato la prima tappa, il Nevado Copa. Da Vicos siamo saliti al campo base a 4.700 metri e ci siamo fermati una notte. Il mattino seguente siamo ripartiti alla volta del campo alto a 5.200 metri e la notte abbiamo affrontato l’ascensione per raggiungere la vetta a 6.188 metri, ma a 150 metri dalla cima il tempo è peggiorato (meno 20 gradi, il vento spirava a 100 chilometri orari e nevischiava). La guida ha consigliato di scendere».

Dopo un giorno di riposo a Huaraz, la sfida all’assalto del Chopicalqui. «Il primo giorno siamo andati al campo base, il giorno dopo siamo saliti lungo la ripida cresta morenica al campo Morrena a 4.995 metri, il terzo giorno abbiamo raggiunto il campo alto sul ghiacciaio a 5.300 metri e la notte siamo arrivati in vetta – prosegue Gabaglio – A parte la stanchezza, non ho avuto problemi fisici e il clima era ottimo. In cima ho posato per la foto di rito con la bandiera italiana e quelle del Cai Olgiate e dello sponsor Autoviemme».

Tante emozioni. «Si vive una situazione quasi di estasi per i panorami naturali spettacolari vivibili a ogni passo – afferma Gabaglio – Rispetto all’itinerario dell’anno scorso, le difficoltà sono aumentate perché i ghiacciai si ritirano e si formano nuovi crepacci dove neanche con le scale metalliche si riesce a passare, bisogna aggirarli e questo aumenta le difficoltà e le tempistiche. Il Nevada Copa è il più accessibile dei 6.000 metri, ma reso più difficile dal riscaldamento globale. Il Chopicalqui è impegnativo con salite tecniche, tratti ripidi su creste di neve, con pendenza media tra i 60-65 gradi e punte di 70».

Mesi di preparazione

Sfida preparata con mesi di duro allenamento in montagna (35mila metri di dislivello) e corse per 1.500 chilometri. Gli ultimi giorni li ha trascorsi a Lima dove ho incontrato Mario Vidori, originario di Lurate Caccivio, missionario laico in Perù, impegnato a favore della popolazione locale e nella formazione di bambini e adolescenti lavoratori con l’associazione Marcelino Pan Y Vino a Huamachuco.

«Abbiamo fatto il punto dei progetti in corso – spiega Gabaglio – Purtroppo i finanziamenti locali e statali sono sempre meno. Sono fondamentali gli aiuti che arrivano dalla famiglia e da raccolte fondi come quelle che promuovo, legate a queste spedizioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA