Assolto il sindaco di Bizzarone: era a processo per un incidente legato a un fuoco d’artificio

Il caso Nel 2017 un bambino rimase gravemente ferito. Depositate le motivazioni della Corte d’Appello: «C’era un vizio di costruzione del gioco pirotecnico»

Lasciò conseguenze molto gravi per un bambino di 8 anni e per i suoi genitori, ma fu un incidente imprevedibile e nessuna cautela, nessuna misura, oltre a quelle messe in atto, avrebbero potuto prevenirlo ed impedirlo.

Poi: il sindaco non è responsabile di tutto ciò che avviene sul proprio territorio. E’ una regola per tutti gli organi politici che hanno compiti di indirizzo e di controllo, ma la gestione amministrativa, finanziaria e tecnica spettano in via esclusiva ai dirigenti. Però i dirigenti, come un comandante di Polizia Locale, non hanno colpe se le normative sono inapplicabili a casi concreti.

La decisione

Sono le principali motivazioni della Corte d’Appello di Milano che ha assolto con formula piena Guido Bertocchi, sindaco di Bizzarone ed Angelo Fagiani, comandante della Polizia Locale Terre di Frontiera condannati dal tribunale di Como per “negligenza, imprudenza, imperizia, mancata osservanza di leggi, ordini e discipline”, cioè per una serie di comportamenti omessi o compiuti nella festa finale di BizzaroneEstate, il 14 agosto 2017: un fuoco d’artificio colpì agli arti inferiori il bambino che subì un calvario di cure, restò menomato dal punto di vista fisico e psicologico e, in misura minore, ferì anche la madre. In primo grado, Bertocchi fu condannato a sei mesi, convertiti in 45mila euro e Fagiani a tre mesi, convertiti in 22.500 euro, oltre ad una quota sul risarcimento, circa 500mila euro complessivi. Il risarcimento è garantito dall’assicurazione della ditta dei fuochi e la Polizia Locale aveva verificato che vi fosse copertura assicurativa prima di autorizzare lo spettacolo.

Assolti, dopo sei anni, per non aver commesso il fatto: la Corte d’Appello ha accolto le tesi delle difese, gli avvocati Daniele Lucchetti e Massimo Ambrosetti per il sindaco; Isabella Marenghi per il Comandante e motiva la sentenza in 54 pagine. Ma allora, chi fu il responsabile? Pietro Masciocchi, titolare della ditta di fuochi artificiali: il botto che prese una traiettoria anomala aveva un vizio di costruzione che nessuno avrebbe potuto prevedere, nessuna condotta cautelare avrebbe potuto accertare. Così dicono i giudici d’Appello. Il resto c’era tutto, sottolinea la Corte e non ha nessun nesso con la causa dell’incidente: la distanza di sicurezza, di venti metri superiore a quella obbligatoria, la delimitazione dell’area, la viabilità, le transenne, le documentazioni indispensabili e «non vi erano situazioni di pericolo».

L’articolata sentenza

Rileva che «il comandante Fagiani ha svolto con scrupolo i suoi compiti» e che, durante il dibattimento, «ha espresso turbamento e sincero rammarico». Per Bertocchi, i giudici di secondo grado hanno escluso ogni colpa per via della traiettoria anomala del botto, ma hanno pure scardinato punto su punto la sentenza del tribunale di Como chiarendo che non è mai esistita la presunta posizione di garanzia del sindaco. Consiste nell’essere titolare di un dovere di protezione e di controllo al fine di impedire un evento che ha l’obbligo giuridico di impedire. In pratica, non sarebbe neppure dovuto andare a processo.

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