Binago, esclusa la lista del vicesindaco Vitulo: anche il Consiglio di Stato dice no

Verso il voto L’ultimo ricorso viene respinto: alle elezioni ci sarà soltanto il candidato Garavaglia: «Delusa per i giovani che avevamo in gruppo. Andare a votare? Penso che non lo farò»

Confermata anche dal Consiglio di Stato l’esclusione dalla competizione elettorale della lista di maggioranza uscente “Esperienza e Rinnovamento” che candidava a sindaco il vicesindaco Maricla Vitulo.

Dopo l’esito negativo del ricorso al Tar, respinto anche il ricorso al Consiglio di Stato presentato dalla lista guidata da Vitulo. L’altra lista ricusata, “Binago in movimento” che candidava a sindaco Maria Luisa Brai, non aveva proseguito la battaglia legale. Resta in corsa solo l’outsider Alfredo Garavaglia, candidato sindaco della lista “Binago Alternativo”.

L’amarezza

Grande amarezza. «Per quanto mi riguarda sto meditando seriamente di non andare a votare, per delusione non certo per mancanza di esercizio di un dovere civico. Mi dispiace per i giovani e le persone nuove che volevano fare una esperienza in ambito amministrativo perché erano veramente convinti, capaci e avrebbero fatto bene – commenta Vitulo - Vediamo cosa succederà alle prossime elezioni e di conseguenza ragioneremo sul da farsi per il futuro. Il nostro impegno è quello di mantenere unito e coeso il gruppo».

Le autocertificazioni

Nulla di intentato. «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare anche nel rispetto degli elettori, di chi ci ha dato fiducia e sostenuto anche in questo periodo – aggiunge Vitulo - Nonostante fossimo una lista civica, con le nostre forze siamo andati avanti e siamo arrivati in fondo, come è nostro costume fare, sia in amministrazione che in questa situazione difficile».

A entrambe le liste ricusate la Sottocommissione elettorale provinciale ha contestato la presentazione dei fogli utilizzati per la raccolta delle firme non pinzati e sprovvisti dei timbri di congiunzione, senza i quali non si evince in maniera inequivocabile che i sottoscrittori fossero consapevoli di dare l’appoggio a quella determinata lista. A nulla è valsa la presentazione delle autocertificazioni di 35 sottoscrittori a conferma del loro sostegno.

Il Consiglio di Stato ha respinto, motivando: «Non vi sono elementi sufficienti per ritenere che sia stata dimostrata in maniera univoca la volontà dei cittadini elettori di sostenere quella data compagine politica. In particolare difetta l’originaria spillatura dei vari fogli delle sottoscrizioni (privi peraltro del contrassegno della lista) e di essi con il modulo principale. Né la presenza dei nomi dei delegati di lista tanto sull’atto principale, quanto sul primo degli atti separati è sufficiente a integrare il requisito dell’univoco collegamento tra le sottoscrizioni e la lista sostenuta».

L’appello al Consiglio di Stato era stato depositato sulla base di tre precedenti ricorsi accolti lo scorso anno per situazioni analoghe a quella di Binago. In questo caso il Consiglio di Stato ha interpretato in maniera rigorosa e restrittiva i precedenti dello scorso anno e ha ritenuto che tutti i ricorsi discussi ieri difettassero dei caratteri peculiari che invece aveva riscontrato l’anno scorso.

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