Blitz animalista: giù le mani dai cinghiali e minacce di morte contro i cacciatori

Il caso I messaggi all’esterno dal municipio di Binago e dal Parco Pineta a Castelnuovo Bozzente. Protesta contro la campagna di selezione. Pagani: «I soliti vigliacchi che evitano il confronto»

In vista dell’apertura della caccia di selezione ai cinghiali, doppio blitz dei militanti del Movimento Centopercentoanimalisti.

Affissi striscioni in difesa dei cinghiali, dichiaratamente contro i cacciatori, all’esterno del municipio di Binago e del Parco Pineta a Castelnuovo Bozzente. Due luoghi a loro modo simbolo. Nel Parco Pineta è già in corso il prelievo selettivo dei cinghiali. A Binago è stata realizzata, in un locale sotto l’Istituto Zooprofilattico concesso dal Comune, una doppia cella per lo stoccaggio delle carcasse, indispensabile per avviare la caccia di selezione nell’Olgiatese.

Il blitz

L’imminente inizio di quella che gli animalisti definiscono “mattanza” ha interrotto la tregua che durava da mesi, dopo che l’anno scorso si erano resi protagonisti anche di raid in cui avevano divelto altane nel Parco Pineta e una casetta dei cacciatori.

«Sono i soliti vigliacchi che non hanno neanche il coraggio e la dignità di presentarsi e confrontarsi come fanno le persone civili e rispettose delle regole democratiche – commenta il sindaco di Binago, Alberto Pagani, imprenditore agricolo da anni in prima linea nel chiedere interventi radicali per contenere l’emergenza ungulati - Sono anarchici ai quali non interessano neanche gli animali, vogliono solo fare propaganda. Più volte li ho invitati a discutere civilmente ed esporre eventuali loro soluzioni alternative, ma continuano ad agire nell’anonimato, senza avere cognizione dei danni all’agricoltura, all’ecosistema e alla sicurezza che questa specie incompatibile con l’attività agricola sta causando». Saranno visionate le immagini registrate dalle telecamere e presentata denuncia.

Molto critico anche il consigliere con delega all’agricoltura del Comune di Castelnuovo Bozzente e imprenditore agricolo Gabriele Bosetti: «I responsabili di queste azioni intimidatorie nei confronti di chi è autorizzato dagli enti competenti a contrastare il dilagare di una specie invasiva sono da denunciare e punire. La scritta “Cacciatore buono? Solo quello morto” la considero una minaccia di morte e spero che le forze di polizia indaghino per risalire a questi invasati. I cacciatori abilitati operano nella piena legalità, non fanno bracconaggio, né svolgono attività venatoria su specie protetta; pertanto non hanno alcun fondamento le minacce di morte a loro rivolte da questi animalisti. Stanno semplicemente cercando di risolvere i gravi problemi causati dai cinghiali.

L’amarezza

Concorda il collega Antonio Cerchiara, molto amareggiato e arrabbiato di fronte all’ennesima “provocazione” animalista: «Stanotte ho dormito quattro ore per fare la guardia con la pila ai campi coltivati a mais (a Concagno) per tenere lontano un branco di cinghiali, che mi ha già devastato gran parte del raccolto. Troppo facile scrivere “Giù le mani dai cinghiali”, senza mai metterci la faccia. Se tengono tanto ai cinghiali, che vengano anche loro di notte a controllarli. Sono stanco di vedere l’orgoglio calpestato da queste persone che non hanno neanche il coraggio di mostrarsi e di venire a confrontarsi civilmente su questi temi».
Manuela Clerici

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