Camionista di notte e scrittore di giorno
Andrea Pauletto vince il premio Calvino

Uggiate con Ronago A 43 anni è la rivelazione dell’importante concorso letterario - I giudici hanno incoronato la sua opera prima “Crack”

Uggiate con Ronago

Macina chilometri, 800 chilometri ogni notte per quattro notti la settimana, lungo autostrade semideserte e lampi di luce, alla guida di un furgone.

E macina pensieri che diventano parole, diventano pagine e diventano un romanzo che ha vinto il Premio Italo Calvino, prestigioso riconoscimento nazionale per scrittori esordienti.

“ Crack” è il titolo del romanzo: l’ha scritto Andrea Pauletto, 43 anni, autotrasportatore, studi in una scuola professionale che non ha incontrato esattamente i suoi gusti, vari mestieri nel curriculum, ma anche una sceneggiatura teatrale ed un raccolta di racconti.

Non è sposato, non ha figli. È letteratura, è pensiero sulla vita che osserva, elabora, radica nella realtà e il pensiero che percorre “Crack” è la frattura in un uomo e chissà se riuscirà a sanarla e a ricomporla. Il finale è aperto e il lettore ci arriverà dopo oltre cento pagine. «Non è un romanzo autobiografico – precisa Pauletto – Si parla anche di droga, ma soprattutto di tutto ciò che spezza una vita e di un essere umano che cerca di mettere insieme i frammenti».

Com’è la vita di un uomo che va su e giù tra Como ed Arezzo?

« Di notte, viaggio – racconta – Mi fermo alle stazioni di servizio, metto i pensieri a mano su carta, trascrivo sul telefonino senza punteggiatura e a casa mi metto al computer e rielaboro, con tutti i segni d’interpunzione del caso. Avevo scritto così anche i racconti, li avevo spediti alla Giuria del Premio Calvino, mi avevano consigliato di approfondirne uno e ne ho tratto il romanzo».

Certo che ha puntato subito in alto: non è un riconoscimento qualunque, dedicato ad uno degli autori più importanti del Secondo Novecento.

«Il protagonista del mio romanzo non ha il coraggio di cambiare, di evolvere come uomo», rivela Pauletto che non vuole aggiungere di più.

Storia sulla fatica di crescere, di riaggiustarsi, di reagire all’inaccettabile?

«Storia su un uomo che lavora. Svolge un mestiere assurdo, percorre tratte assurde, ma il lavoro principale è su se stesso», replica Pauletto che da due anni o poco più si è fermato ad Uggiate, paese di origine della sua mamma, appartenente ad una nota famiglia locale. A Uggiate, c’è un Vicolo Paoletto. Ha già una dedica?

«Ma quello è con la o. Io ho la u, nel cognome – rimarca – Comunque, ho girato tanto per l’Italia, molteplici esperienze lavorative anche di basso profilo. E adesso sono qui, scrivo perché ho imparato che i libri salvano. Il protagonista del mio romanzo non è uno che legge e che si informa».

Legge, Andrea Pauletto, legge in continuazione. «Infatti – sottolinea – quando sono in turno di riposo, recupero un po’ di sonno perso. E poi passo il tempo a leggere». È nato un 18 maggio, stessa costellazione di Giovanni Paolo II, di Frank Capra, di Giovanni Falcone, personaggi che, in un modo o nell’altro, hanno scritto la Storia.

L’autore di “Crack” ha scritto una storia che lo lega a Calvino, autore de “Le città invisibili” o di “ Se una notte d’inverno un viaggiatore “: sembra ci sia un legame, un’arcana combinazione. Pauletto è viaggiatore ogni notte tra paesaggi immersi nel buio.

«Ma a me piace guidare nella notte », afferma. Così, tutto solo, tra chilometri e pensieri che diventano parole su una vita. Diventano riflessione ed emozione.

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