Commercio, chiude l’Arcobaleno: «Ma nel 2025 più le aperture»

Olgiate. Dopo 42 anni cala il sipario su un negozio storico. La titolare: «Ho vissuto qui». Il sindaco: «Le attività sono in sofferenza, ma in città si sono registrati segnali positivi»

Olgiate Comasco

Il centro si svuota ancora di più. Nelle prossime settimane chiuderà il negozio di abbigliamento per bambini “Arcobaleno”. La titolare, Sabrina Monti, va in pensione. Dopo 42 anni cala il sipario su uno degli ultimi negozi storici rimasti. Rispetto al 2024 che registrò varie cessazioni, il 2025 sta per concludersi con un saldo positivo.

Ha chiuso un negozio di arredamenti in viale Trieste e al suo posto è subentrato un negozio di estetista e parrucchiere. Hanno invece aperto i battenti un centro estetico in via Mazzini, uno sportello energia in via San Gerardo, un negozio Sky in via Roma, un ristorante Burger King in via don Brachetti, una toelettatura per cani in via delle Vecchie Scuderie e un’agenzia finanziaria in piazza Volta.

«Il commercio è in sofferenza – osserva il sindaco Simone Moretti - La concorrenza dell’e-commerce e dei centri commerciali si avverte inevitabilmente anche in città. Pur nella difficoltà, quest’anno il saldo è comunque in attivo. Più aperture che chiusure».

All’elenco delle cessazioni si sta per aggiungere il negozio “Arcobaleno”. «Lo avviò il 25 marzo 1982 mia mamma, Agnese Marcato, con una socia, Mariuccia Taiana, alla quale poi subentrò la figlia Elena Rossi – racconta Monti – A luglio di quell’anno mi diplomai e subito cominciai a lavorare in negozio, da allora non l’ho più praticamente lasciato».

Nel 2007, in occasione della ristrutturazione, è subentrata come contitolare con la madre, ma già prima ne era l’anima.

«La mia vita è stata scandita dal negozio. Mi sono sposata di domenica e fino al giorno prima ero in negozio. Ho dovuto quasi “programmare” anche le nascite dei miei due figli in funzione del negozio e lavorare con la febbre perché a quei tempi chiudere era quasi fare una scortesia alla clientela – prosegue Monti – L’impegno di gestire un negozio da sola (coadiuvata dalla madre nei momenti di forte afflusso) è importante in termini di presenza. E’ tempo di lasciare». Nel suo negozio sono passate quasi tre generazioni di bambini.

«Di questa esperienza mi rimane il rapporto umano con la clientela. Non è mai stato solo esclusivamente un rapporto commerciale, ma un percorso di vita condiviso con i miei clienti che sono diventati molto di più. Condividere ogni tappa, ogni sviluppo della crescita, ogni dentino spuntato, ogni successo nello studio e lavorativo fino a ritornare presentandomi una nuova vita è stato emozionante ed entusiasmante. Ogni persona che ho incontrato ha contribuito a far crescere e formare quella ragazzina di 17 anni che ora chiude il cerchio da felicissima nonna di due ometti». Tra tanti bei ricordi, anche uno tragico.

«Ero in negozio quella la maledetta sera in cui vennero i carabinieri a comunicarci la notizia dell’uccisione di mia sorella Tamara (assassinata il 2 febbraio 2007 dal vicino di casa,, a Riccione dove lavorava come addestratrice di delfini a Oltremare, ndr). Lì è stata una grande prova di resilienza perché, nonostante l’entusiasmo per la nuova ripartenza, ho pensato di smettere tanto era profondo lo sconforto – conclude Monti - Abbassando la saracinesca per l’ultima volta, una parte di me rimarrà qua per sempre».

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