Dalla spiaggia alle Alpi in un giorno solo: l’impresa di Martina

Limido Comasco Trentasei anni, ha percorso la distanza tra Genova e i 4.554 metri sulla vetta del Monte Rosa - In tutto 19 ore tra bici e salita alla Capanna Margherita

Limido Comasco

Dalla costa ligure alla Capanna Margherita, sul Monte Rosa a quota 4.554 metri, facendo affidamento sulla sola forza delle gambe unita alla tenacia dell’anima.

È una vera e propria impresa quella compiuta lo scorso weekend da Martina Rossi, 36 anni di Limido Comasco, che ha percorso in 19 ore il lungo tratto tra bici e camminata, partendo dalla spiaggia e arrivando fino al ghiacciaio.

La sfida si chiama “From zero to...” e consiste proprio nel partire dal mare e raggiungere una cima: Martina ha scelto di salire in sella a Genova Voltri per arrivare al rifugio più alto d’Europa.

In sella per 222 chilometri

«Da molti anni faccio sia bici che alpinismo – racconta l’atleta – amo gli sport di montagna. Questa sfida è stata affrontata da diversi miei conoscenti, ma tutti uomini: a me non risulta che sia mai stata fatta da una donna. In sella alla mia bicicletta, ho pedalato i 222 km che separano Genova Voltri e Staffal, superando un dislivello di 2.700 metri, mentre il paesaggio mutava e l’aria si faceva più frizzante a ogni pedalata. Lasciata la bici, ho proseguito a piedi, iniziando l’ascesa per Punta Gnifetti, a 4.554 metri di quota».

«Non me lo ero mai posta come obiettivo perché non mi ritenevo in grado, quest’anno invece ci ho voluto provare: a marzo ho iniziato gli allenamenti in bicicletta lavorando più sulla distanza, ho fatto i 300 km e le salite, partecipando anche alle Gran Fondo. Per la parte a piedi ero meno allenata, da qui i miei dubbi, ma ci ho voluto provare».

«Ho fatto tutto in 19 ore: sono partita da Genova Voltri alle 12.50 e sono arrivata in vetta alle 8 del mattino. Otto ore in bici, una sosta e poi oltre sette a piedi. Un amico mi seguiva in auto per la parte logistica di cibo e bevande, oltre all’attrezzatura, ha poi fatto con me la parte a piedi».

Martina è passata dal caldo della spiaggia alle temperature gelide del ghiacciaio, serviva quindi avere tutti i cambi necessari oltre all’attrezzatura.

«Alzare l’asticella»

«Durante la giornata ha piovuto per circa un’ora e mezza quando ero in bici, di notte c’era vento ma tutto sommato le condizioni sono state favorevoli - aggiunge -. La vera sfida di questa esperienza è con se stessi: si tratta di alzare l’asticella, non era una gara contro nessuno e senza obiettivi di tempo, volevo solo portarla a termine. Mi sono stupita perché è andata benissimo, tra l’altro sono anche scesa a piedi, ci sarebbe stato l’impianto ma stavo bene. In futuro ce ne sono tante altre che potrei fare, ma non so ancora quali sceglierò: il bello, per come vivo io la montagna e la bici, è farlo nei propri pensieri, con tanti momenti di silenzio pur insieme a qualcuno, una cosa introspettiva. Mi piacerebbe anche farlo tutto al femminile».

Un progetto programmato e sognato da mesi, portato a termine con entusiasmo e determinazione.

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