Guarisce dal tumore al seno e va alla maratona di New York: «È una sfida per dare forza a chi soffre»

Olgiate Marilisa Bianchi, 52 anni, sarà in gara con una delegazione delle Pink Ambassadors. «Prima della malattia non ho mai fatto molto sport, ora voglio dimostrare che la vita continua»

Da Olgiate Comasco alla maratona di New York per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione del tumore al seno.

E’ un’autentica impresa quella che Marilisa Bianchi, 52enne residente a Olgiate Comasco, affronterà domenica 6 novembre nella Grande Mela, insieme ad una delegazione delle Pink Ambassadors di Como, un gruppo di donne che ha affrontato un tumore femminile e vogliono riprendere in mano la propria vita, correndo a sostegno della ricerca.

Tutto il gruppo

Partirà oggi, accompagnata Elena Galimberti di Oltrona San Mamette, Sara Legnanidi Saronno, Federica Azzimonti di Busto Arsizio e Isabella Spertini di Laveno, con un bagaglio carico di entusiasmo e voglia di portare a termine la propria missione.

«E’ un percorso iniziato due anni fa, con una staffetta di 15 chilometri organizzata dalla Fondazione Umberto Veronesi - racconta Bianchi - Già allora ci eravamo prefissate di riuscire ad affrontare una maratona. Sarà un’esperienza importante, che ci permetterà di portare il nostro viso, la nostra testimonianza, a livello mondiale. Siamo tutte molto emozionate».

Questa volta, insieme alle sue compagne di avventura, dovrà affrontare tutti e 42 i chilometri previsti dalla manifestazione. Una corsa per la quale le donne che parteciperanno alla spedizione si sono allenate duramente al campo Coni di Como, due o tre volte a settimana, seguite dall’allenatore Marco Marinetti. Tanto il sudore versato, tanto l’impegno e la dedizione messa in pista per superare l’ennesimo ostacolo della loro vita.

«Arrivati nella settimana della maratona sembra quasi che il lavoro fatto non sia stato abbastanza - ammette Bianchi - Sento molta ansia e preoccupazione. So che per 35 chilometri posso reggere senza troppi problemi alla fatica, mentre gli ultimi sette li correrò soprattutto con il cuore. Ho affrontato ostacoli più grandi, ma tengo molto a raggiungere il traguardo. Prima della malattia non ho mai fatto molto sport. Con la mia performance voglio dimostrare a tutte le donne che la vita continua, anche davanti a una diagnosi di tumore, che all’inizio sembra insormontabile e fa vedere tutto nero».

Il sostegno del territorio

A sostenerla nella corsa ci sarà anche il territorio, che già ha fatto sentire il proprio supporto attraverso le figure di alcuni sindaci, che l’hanno ricevuta per augurarle buona fortuna. Collegata all’impresa delle cinque donne, inoltre, è attiva una raccolta fondi per la Fondazione Umberto Veronesi, volta a finanziare la ricerca di nuove terapie contro il cancro. E’ possibile contribuire direttamente dal sito dell’associazione, nella sezione dedicata alle Pink Ambassadors.

«Fondazione Umberto Veronesi ha fatto tanto per la ricerca - conclude Bianchi - Oggi, gran parte delle donne colpite dal tumore al seno riesce a guarire, grazie a un numero elevato di terapie diverse possibili. L’importante, però, è effettuare una diagnosi precoce. Correrò la maratona per ricordare l’importanza della prevenzione».

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