
Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Lunedì 02 Giugno 2025
Il prevosto Villa va in pensione
A settembre arriva don Crippa
Appiano Gentile La Comunità pastorale comprende pure Veniano e Oltrona - In paese dal 2020, monsignor Erminio: «Contento degli anni trascorsi qui»
Appiano Gentile
Avvicendamento alla guida della Comunità pastorale Beata Vergine del Carmelo, che riunisce le parrocchie di Appiano Gentile, Veniano e Oltrona San Mamette.
Il prevosto, monsignor Erminio Villa, terminerà il suo ministero a fine agosto, si trasferirà a Melzo. Da settembre gli subentrerà don Marco Crippa – nato a Desio nel 1965, ordinato sacerdote nel 1990 - padre spirituale del Seminario di Venegono Inferiore.
L’annuncio è stato dato sabato ad Appiano alla messa prefestiva dal vicario episcopale di Varese, don Franco Gallivanone, e ripetuto nelle messe di ieri sia dal prevosto che dai vicari nelle tre parrocchie della comunità pastorale di Appiano.
Monsignor Erminio Villa – 76 anni il prossimo novembre, già parroco di Tradate, del Sacro Monte di Varese e aiuto pastorale a Legnano nella Parrocchia di San Magno e delle Parrocchie Santissimo Redentore e Olmina - è in servizio ad Appiano dall’ottobre 2020.
«Sono già in pensione da un anno, ho fatto un anno in più rispetto ai 75 in cui si va in congedo – spiega monsignor Erminio – Dopo la chiamata, un altro sì. È il nono. Torno nella terra dove è nata la mia vocazione, a contatto con preti conosciuti e stimati, per collaborare a livello decanale, risiedendo nella parrocchia di Santa Maria delle stelle a Melzo».
Nel lasciare traccia un bilancio.
«Sono soddisfatto per il lavoro svolto qui in questi cinque anni - afferma il prevosto - Sono parrocchie di antica tradizione per cui tiene ancora, anche se con evidenti numeri diminuiti, la vita ordinaria. C’è attenzione al mondo che cambia, alle famiglie, agli anziani. Dopo il Covid ridare fiducia, rimettere insieme la gente è stato una fatica non da poco. Ho messo molta attenzione alle situazioni irregolari, i matrimoni dei conviventi, il recupero dei battesimi».
«C’è tutto un lavoro - aggiunge il sacerdote - al di là della ordinaria amministrazione che ha reso. Sono contento. Dal punto di vista dei matrimoni, per esempio, siamo la comunità pastorale che accosta più giovani, più persone; quest’anno sposo venti coppie. Ci sono fenomeni che preoccupano; il calo delle nascite è evidente anche qui, però rispetto ad altri posti da noi c’è la fiducia nella vita, c’è la voglia di sposarsi, la frequenza al catechismo c’è ancora con tutte le variabili legate all’età della crisi che ormai scende di livello, finita la cresima molti spariscono. Non si può dormire sugli allori. Bisogna preoccuparsi del domani».
Ha cercato di favorire il coinvolgimento attivo dei laici. «Senza avere grandi risposte perché qui sono tendenzialmente abitudinari, ma ho molta fiducia perché trovo i giovani che si sposano determinati, vedo i genitori giovani vicino ai figli. Se tutta la comunità si muovesse così avremmo risultati diversi».
Passi avanti nel processo di integrazione: «Va benissimo, domenica riproporremo la messa in più lingue» e di unificazione delle tre parrocchie: «Rispetto al passato qualcosa si è mosso, dire che funziona è troppo. Il consiglio pastorale unico, il consiglio affari economici che lavora insieme alle tre parrocchie, il giornale unico per tutti. L’indirizzo l’ho dato comune a tutti».
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