L’arresto del primario: «Chiesi cosa accadeva, ma restò in silenzio»

L’inchiesta Andrea Pizzi ne parlò con una collega ma quando lei chiese una spiegazione restò zitto: «Mi guardò con occhi che non avevo mai visto»

Sapeva di essere indagato e sapeva pure di cosa era accusato visto che era stato sentito dal pm. Eppure, secondo quella che è l’ipotesi della procura di Busto Arsizio, Andrea Carlo Pizzi, primario di Anestesia e Rianimazione a Villa Aprica - ospedale che come detto più volte nei giorni scorsi è estraneo ad ogni vicenda o contestazione – non aveva evitato di incontrare la ex compagna che lo accusava in uno studio di Saronno. Un faccia a faccia animato, tanto che agli atti della procura è finita anche la testimonianza del fisiatra che suo malgrado si era trovato in mezzo alle parti.

Il racconto agli atti

Ma Pizzi, di quello che gli stava accadendo, aveva parlato anche con una infermiera sempre di Villa Aprica dove era primario. Anche questo racconto è agli atti. «Gli chiesi perché fosse stato denunciato da quella donna...», racconta l’infermiera alla polizia giudiziaria. «Mi guardò negli occhi, con occhi stranissimi che non avevo mai visto, mi sembrava di vedere un’altra persona, mi sono sentita intimorita».

«Non mi aveva confermato, ma nemmeno smentito»

Il medico non risponde alla infermiera che aveva davanti e che conosceva da tempo, rimane in silenzio, un silenzio pesantissimo secondo quella che è la interpretazione della procura di Busto Arsizio ma anche della collega di lavoro che nel suo ricordo chiosa: «Non mi aveva confermato, ma nemmeno smentito». Un po’ quello che è successo, insomma, nell’interrogatorio effettuato nella giornata di giovedì nel carcere di Busto Arsizio dove il primario è detenuto da inizio settimana, da quando cioè i carabinieri della stazione di Turate – che hanno seguito le indagini – hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere a suo carico.

Anche di fronte al gip, infatti, il medico con casa a Saronno non ha smentito del tutto, ammettendo parte di quello che gli viene contestato, ma non ha nemmeno confermato l’ipotesi di reato fornendo una propria versione dell’accaduto, che il rapporto ci fu ma che non pensava che lei non volesse. «C’è ancora molta nebbia da diradare su questo caso», ha commentato ieri il suo legale Maurilio Vanzulli, ma gli elementi raccolti nelle indagini paiono concordanti.

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L’interrogatorio

L’inchiesta, lo ricordiamo, è stata condotta dalla pm Nadia Calcaterra, mentre la firma in calce all’ordinanza è stata posta dal giudice delle indagini preliminari Tiziana Landoni che giovedì si è recata in carcere per ascoltare il racconto del medico. Quest’ultimo, ha risposto a tutte le domande che gli sono state rivolte, nel corso di un interrogatorio durato circa un’ora e mezza. La difesa, al termine, non avrebbe presentato alcuna istanza.

L’arresto era avvenuto a inizio settimana in seguito alla denuncia presentata ai carabinieri della presunta vittima del medico, ovvero una sua ex compagna. La donna aveva raccontato di avere trascorso la serata del primo luglio con il primario e che, dopo una festa a Rovello Porro, era salita in casa sua per farsi somministrare un antidolorifico per un fastidio ad un braccio infortunato.

La vittima aveva infine riferito di essersi svegliata tempo dopo, con i pantaloni e gli slip abbassati al ginocchio e il medico nudo di fronte a lei. La giornata successiva, intontita, l’aveva richiamato per chiedergli conto di quanto avvenuto. E qui, al termine di un drammatico “interrogatorio”, era emersa la prima ammissione. L’audio della telefonata è anche questo agli atti.

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