Muore a trent’anni sotto una valanga

Turate Vanessa Gatti viveva nella zona residenziale di via Carlo Porta. Era appassionata di montagna . Travolto anche un uomo di 53 anni di Legnano. Si trovavano a 2.200 metri senza dispositivi di emergenza

Tragedia in montagna: la turatese Vanessa Gatti, 30 anni è morta ieri mattina mentre si trovava con Roberto Biancon di 53 anni di Legnano per una escursione in valle Formazza (Verbano-Cusio-Ossola), nella zona del lago del Toggia, a quota 2.200 metri, vicino al confine con la Svizzera.

Entrambi sono stati travolti e uccisi mentre camminavano con le ciaspole: sono stati colpiti dalla massa di neve che non gli ha lasciato scampo, nonostante il rapido intervento in zona dei soccorsi; il loro cane risulta disperso.

La giovane, originaria di Saronno, aveva vissuto per una decina d’anni a Origgio (in provincia di Varese) e da un paio d’anni, si era trasferita in paese, nella zona residenziale di via Carlo Porta, di recente realizzazione.

La notizia sui social

I concittadini hanno appreso in queste ore, dai social, della sua improvvisa quanto tragica scomparsa, rimanendo increduli e senza parole.

Nelle foto e nei pensieri postati sul profilo Facebook della giovane, trapela tutto l’entusiasmo e la passione che aveva per la natura e specialmente per la montagna, che frequentava sia per sciare che per fare delle camminate, spesso assieme al proprio cane. Una passione che ha avuto un esito tragico e inaspettato, che ha in queste lasciato incredule le comunità dei due paesi dove la ragazza aveva vissuto negli ultimi anni.

«Quella avvenuta è una tragedia che ci ha lasciato senza parole e increduli – fa sapere il parroco di Origgio don Riccardo Pontani – un dramma che spinge inevitabilmente ognuno di noi a porsi delle domande sul senso stessa dell’esistenza e sul significato stesso del vivere quotidiano». Risposte che don Riccardo invita tutta la comunità a cercare nella fede .

«La perdita di un familiare è un terribile dolore - aggiunge infine il parroco - e lo è ancora di più quando si tratta di una giovane,che ha perso la vita in modo tanto tragico. Ai suoi familiari cercheremo di far sentire tutto il nostro affetto e la vicinanza, esprimendolo in particolare attraverso la preghiera».

I fedeli di Origgio e Turate, con la preghiera, cercheranno quindi di non far sentire sola i genitori di Vanessa nel grande dolore che stanno oggi provando. A ricordare i rischi delle escursioni è il Soccorso Alpino: «L’inizio del 2024 – ha reso noto in un video, il consigliere nazionale Pini Giostra - è stato caratterizzato da nevicate e forte attività eolica. Le valanghe possono essere innescate anche dal passaggio di un solo sciatore o ciaspolatore. Va quindi prestata la massima attenzione nella scelta dell’itinerario e va sempre portata con sé l’attrezzatura completa di sonda, pala e apparecchio Artva, per l’individuazione delle persone travolte dalle valanghe».

Ieri a lanciare l’allarme per primi erano stati i guardiani della diga del lago del Toggia, che hanno visto quasi in diretta l’accaduto e hanno riferito di due persone coinvolte nella valanga.

I soccorsi

Quali tecnici del Soccorso alpino si erano subito portati sul luogo della valanga, cercando il segnale emesso dal dispositivo Artva. Le ricerche avevano però avuto esito negativo poiché, stando a quanto riferito dai soccorritori, i due escursionisti erano privi dell’apparecchio.

Sul luogo della valanga, trasportati dall’elisoccorso di Azienda Zero Piemonte, in breve tempo sono giunti il tecnico e l’unità cinofila da valanga del soccorso alpino, che hanno proseguito le ricerche riuscendo a individuare i corpi nonostante la difficoltà del forte vento in quota: il primo cadavere era sotto la neve, il secondo, grazie alla segnalazione del cane da valanga, è stato individuato all’interno del lago.

Per il recupero della salma immersa nell’acqua gelida è stato impegnato il nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA