Olgiate, trasferito don Francesco Orsi

Parrocchie Dopo nove anni in città, il vicario è destinato a Como. «Saluto i ragazzi, che ho cercato di coinvolgere»

Olgiate Comasco

Il vicario, don Francesco Orsi, a settembre saluterà la parrocchia di Olgiate dopo nove anni. È stato destinato alla Comunità dei Santi della Carità di Como, che comprende le parrocchie di Sant’Agata, Sant’Orsola e Garzola, col ruolo di vicario dell’oratorio. Sostituirà don Tommaso Daminato, originario di Albiolo, riservato agli studi teologici. Si congederà il 14 settembre, al termine della Festa dei canestri, nel corso della quale sarà condivisa anche la gioia della ordinazione diaconale (il 13 settembre) dell’olgiatese Giovanni Ballerini. Farà l’ingresso ufficiale a Sant’Agata il 28 settembre, ma si trasferirà già da metà settembre per l’inizio dell’anno scolastico, in quanto insegnerà alle Canossiane.

Originario di Sondrio, 33 anni, ha prestato servizio a Olgiate dal giugno 2016 come seminarista e da fine settembre di quell’anno come diacono e, dopo l’ordinazione sacerdotale il 10 giugno 2017, confermato a Olgiate come vicario. È entrato nel cuore degli olgiatesi e gli olgiatesi nel suo. «Sono stati nove anni bellissimi. Dopo nove anni iniziavo a sentirmi proprio olgiatese, per cui è un trauma forte, inevitabile. Per certi versi è stato strano rimanere così tanto tempo. Anni bellissimi con don Romeo Scinetti (vicario di Olgiate dal 2013 al 2020), dove ho imparato l’arte, col parroco don Flavio Crosta, con don Alberto Dolcini (collaboratore parrocchiale) e quest’anno con don Pietro Grandi, col quale ho collaborato gomito a gomito, è stato molto bello e stimolante». Per sette anni ha anche insegnato religione al liceo Terragni. «Lì avevo tanti studenti e colleghi, mi dispiace non aver potuto salutarli».

«Non è solo merito mio»

È stato tra gli artefici e, specialmente negli ultimi anni, l’anima dell’Oratorio che non c’è. «Non è solo merito mio. Un gran lavoro è stato fatto da don Romeo nel coinvolgere tante persone e sensibilizzarle sulla realtà dell’oratorio, proseguito da me poi col parroco don Flavio, con don Alberto e adesso con don Pietro; c’è stata una bella sinergia. Se ho fatto del bene l’ho fatto perché non mi sono mai sentito solo e sono sempre stato sorretto dai preti che vivevano con me».

«I giovani sono il futuro»

Lascia un bene prezioso: i ”suoi” giovani. «La parte difficile di lasciare Olgiate è legata ai ragazzi – ammette - L’ottica in cui mi sono mosso, in sinergia anche con gli altri sacerdoti, è stata quella di coinvolgere sempre di più i ragazzi adolescenti e i giovani nella gestione della catechesi e nell’impegno nelle attività della Parrocchia, convinto che la prima testimonianza credibile che può dare una comunità sia quella di giovani impegnati e formati, coinvolti dall’insegnamento di Gesù per dare una testimonianza viva, non frutto di consuetudine. Quello che abbiamo fatto in Parrocchia in questi anni non sarebbe stato lontanamente possibile senza i giovani, dalla Settimana gerardiana a tutte le celebrazioni e attività dell’Oratorio che non c’è. Io ho fatto ben poco, non ho fatto altro che incanalare e motivare, ma il lavoro grosso lo hanno fatto loro. Il loro entusiasmo e la loro freschezza rendono ragione anche di uno stile diverso a Olgiate che tanti guardano con ammirazione e anche un po’ con sana invidia. Senza i giovani non c’è futuro».

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