Parrucchiere morto nell’incidente stradale. La rabbia del fratello: «Lo hanno lasciato quattro ore sull’asfalto»

Rovellasca Michele Garruto ha perso la vita sulla strada che da Rovello Porro porta a Saronno. «Non riuscivano a capire di chi fosse la competenza per rilevare l’incidente, è stato terribile stare lì a vederlo in strada»

«Mio fratello è rimasto sull’asfalto quattro ore e non potremo nemmeno vederlo sino a martedì». È un dolore doppio quello che sono costretti a subire Teodoro e Rosa, fratello maggiore e madre di Michele Garruto, il trentenne titolare del salone di parrucchiere “Atelier Don Ros”, morto alle 13 di giovedì lungo la Tangenzialina che collega Rovello Porro a Saronno. Stava rientrando per la pausa pranzo a casa, a Solaro, in sella alla sua motocicletta, una Triumph, quando all’altezza di Saronno c’è stato lo scontro con un furgone-autoscala. La dinamica è al vaglio della Polizia locale saronnese. «Siamo stati avvisati subito – racconta il fratello maggiore, Teodoro, 35 anni – Un dipendente di Michele stava percorrendo la stessa strada, ha sentito un botto e ha visto la moto a terra».

La prima chiamata è stata per Ilaria Corsaro, compagna di vita e di lavoro di Michele. Ilaria poi ha informato Teodoro. «Mia mamma è venuta con me. Per mio fratello non c’è stato nulla da fare. I medici hanno constatato il decesso». Un dolore indescrivibile che nelle ore successive è diventato insopportabile per la burocrazia. «L’incidente è avvenuto a cavallo tra le provincie di Saronno, Varese, Como e Monza e Brianza. Non si riusciva a capire chi dovesse rilevarlo per competenza territoriale». Una sfaccettatura che ha costretto Teodoro, mamma Rosa e Ilaria a vegliare il proprio caro immobile sull’asfalto per interminabili quattro ore sotto un sole cocente.

«La centrale operativa dopo un po’ ha richiamato le ambulanze ed è successa una cosa che mi ha molto colpito, una sfaccettatura positiva in un momento così terribile: Laura e Diego, dell’ambulanza, non volevano andarsene. Non volevano lasciarci soli, non volevano abbandonare Michele. Li ringrazio di cuore per essersi rifiutati di rientrare, anche se alla fine hanno dovuto obbedire». La salma è stata rimossa solo alle 17. «E qui abbiamo vissuto un altro dolore – prosegue Teodoro – Il corpo di mio fratello è stato posto sotto sequestro, ora si trova a Busto Arsizio. Non l’abbiamo visto e non lo potremo vedere almeno sino a martedì». Francesco Facchinetti, cantante, presentatore, tramite il suo profilo Instagram ha postato un lungo video in cui ribadisce le parole di Teodoro e spera che queste cose non si ripetano più. «Francesco è un carissimo amico di famiglia, condivido tutto quello che ha detto». In netta contrapposizione al dolore per fortuna c’è l’affetto delle persone e il ricordo di Michele: un inarrestabile vulcano d’idee.

«Mio fratello aveva già un nuovo obiettivo: aprire un atelier a Dubai». Un successo planetario partito da via Carugo 5 a Rovellasca dove nel 2014 Michele, a due passi dal parco, aveva aperto il suo primo negozio allestito in un intero piano di una palazzina. Ne aveva anche un altro uguale a Solaro. «Ricordo ancora la prima volta che l’ho visto – ci dice Alberto Porro, proprietario dei locali – Era giovane, diciamo “grezzo”, ma aveva stoffa, ne aveva di colpi da sparare! Avevo ragione: si è dimostrato un gran lavoratore e sino all’altro giorno qui era sempre pieno».

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