Prof senza titoli: «Non poteva fare la presidente di seggio»

Il caso Interrogazione di Evelina Bernasconi: «Il Comune non dovrebbe erogarle il compenso». Alle urne anche per il referendum della fusione. Il sindaco: «Sentiremo Prefettura e Regione»

Insegnante senza titolo allo stato degli atti e presidente di seggio nel referendum sulla fusione dei Comuni di Uggiate e Ronago come in precedenti consultazioni. «Ma Viviana Mazzoni aveva i titoli per essere iscritta nelle liste dei presidenti di seggio e per essere nominata presidente di seggio? ». è l’interrogativo posto da Evelina Bernasconi, consigliere comunale di minoranza e componente della Commissione Elettorale comunale.

Corte dei Conti

Viene così coinvolto anche il Comune nel caso ormai noto in tutt’Italia. È il caso di Viviana Mazzone, 49 anni, residente ad Uggiate, volontaria in associazioni: avrebbe fatto carte false per avere titolo d’insegnamento di inglese e tedesco, come supplente o precaria, in scuole comasche di ogni ordine e grado e la storia è andata per vent’anni, finchè il dirigente dell’istituto Caio Plinio di Como se n’è accorto e la Procura ipotizza reati di truffa e falso.

Ma s’è già pronunciata la Corte dei Conti che ha condannato Viviana Mazzone a restituire circa 249mila euro di stipendi arbitrariamente percepiti. A poco più di 24 ore dalla notizia, Evelina Bernasconi ha presentato l’interrogazione nella quale richiama la sentenza della Magistratura contabile: «In totale spregio della normativa, la Mazzoni non ha mai conseguito non solo la laurea in lingue e letteratura straniere, ma nemmeno il diploma magistrale».

E per essere presidenti di seggio, il requisito fondamentale è il diploma di scuola superiore: c’è o non c’è, chiede la consigliera Bernasconi. Chiede inoltre se il Comune ha verificato i requisiti quando, chissà quando, la Mazzone ha presentato la domanda. E, conclude, « nel caso di ipotesi delittuose», cioè fraudolente, il Comune intende procedere nei confronti della presidente di seggio?

La dottoressa Bernasconi sa che l’interrogazione ha provocato un brivido sul territorio: non sarà che per l’eventuale mancanza di requisito della presidente di seggio, viene annullato il referendum e salta la fusione? «Ma no – replica – Sono tra le storiche sostenitrici della fusione e mai e poi mai vorrei vederla saltare. I voti espressi dal popolo sono validi, controllati da scrutatori e segretario. Io non accuso nessuno, chiedo solo chiarezza sul titolo di studio di presidente di seggio e se l’autodichiarazione sia stata controllata. Che sia magistrale o di altro istituto, basta che ci sia. Altrimenti, il Comune dovrà rivalersi, per esempio non erogando il compenso».

Diploma e laurea

La prima risposta del sindaco, Rita Lambrughi: «Il Comune trasmette i ruoli degli iscritti per presiedere un seggio – afferma – È la Corte d’Appello a nominare. Ma ci rivolgeremo subito a Prefettura e Regione per sapere come comportarci».

«Il diploma c’è ed è stato rilasciato dall’Istituto Pessina di Como e c’è la laurea conseguita allo Iulm», ha fatto sapere Viviana Mazzone attraverso il marito Massimiliano Palermo, che accenna a un «errore materiale iniziale. Corretto, sembrava tutto a posto. Invece, Viviana è stata stritolata da un meccanismo burocratico – giudiziario».

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