Scorie radioattive da 35 anni in ditta: «Un milione per garantire sicurezza»

Rovello Porro. Siglata l’intesa per il finanziamento necessario alla bonifica nella fonderia. Il prefetto Conforto Galli: «Finalmente i residenti possono vedere la luce in fondo al tunnel»

Rovello Porro

Trentacinque anni dopo, gli abitanti di Rovello Porro potrebbero iniziare a vedere «la luce in fondo al tunnel», per usare le parole pronunciate dal prefetto di Como Corrado Conforto Galli.

Un tunnel in cui erano entrati tra il 1989 e il 1990, quando la popolazione – ma più in generale la provincia, la Lombardia, l’Italia – apprese che nel “magazzino del sale” della fonderia Premoli Luigi & Figli Spa erano stati stoccati (dopo una «immissione inconsapevole nel ciclo produttivo dell’azienda») oltre 200 metri cubi macerie e sali di scorie, ma anche oltre 160 fusti di acciaio contaminati dal Cesio 137. Rifiuti radioattivi, pericolosi e la cui origine pare fosse l’ex Unione Sovietica, che giacciono in quel capannone da allora.

Ma ora, è notizia di ieri, la Prefettura di Como ha annunciato, al termine di un tavolo cui erano presenti tutti gli enti interessati alla risoluzione della vicenda, di aver siglato un accordo con la Provincia di Como, il Comune di Rovello Porro, il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, l’Ats dell’Insubria, l’Arpa Lombardia e l’Ispettorato Territoriale del Lavoro Como-Lecco-Sondrio avente come oggetto il «finanziamento, la progettazione e l’esecuzione degli interventi di bonifica dello stabilimento». Stiamo parlando di un milione di euro che entro quindici giorni passeranno dalla Prefettura alle casse del Comune, che si è messo in gioco quale soggetto attuatore dell’intervento diventandone anche responsabile unico.

Al tavolo erano presenti per la firma il prefetto Corrado Conforto Galli, affiancato dal sindaco di Rovello Porro Marco Volontè, dal presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca, dal comandante provinciale dei vigili del fuoco Antonio Pugliano, con il direttore generale di Ats Insubria Salvatore Gioia, il direttore generale di Arpa Lombardia Fabio Cambielli e per l’Ispettorato Territoriale del Lavoro il direttore Dario Messineo e la dottoressa Rossella Polito.

A spiegare quello che avverrà è stata proprio l’Arma, tramite il proprio direttore generale: «Misureremo la radioattività di ogni cumulo – ha detto Cambielli – Dopo 30 anni potrebbe anche essere non più significativa, ed in questo caso potremmo rimuovere le scorie. La parte eventualmente ancora radioattiva, in assenza di un deposito nazionale, verrebbe invece messa in sicurezza in loco». Attività che verranno svolte ovviamente da aziende specializzate sotto il controllo di Arpa stessa, cui spetta il dovere di sorveglianza, ma senza alcun rischio né per i lavoratori della Premoli che potranno continuare ad operare, né per chi sarà impegnato nelle attività di bonifica, né ovviamente per la popolazione.

«E’ dal 2013 che monitoriamo la situazione – ha confermato Arpa – Non ci sono mai state emissioni di radioattività e la popolazione può stare tranquilla. La firma di oggi è la dimostrazione che quando le istituzioni riescono a mettersi attorno ad un tavolo, come in questo caso grazie al prefetto, i risultati arrivano».

«Abbiamo un milione di euro, una risorsa importante per far partire il progetto – ha confermato il prefetto Conforto Galli – E’ l’inizio di un percorso che porterà alla bonifica che contiamo entro l’anno prossimo di portare a compimento. Un intervento che verrà diviso in lotti e che poi valuteremo di volta in volta intervenendo in caso di necessità». Una accelerazione improvvisa di una situazione ferma da tantissimo tempo, che nelle intenzioni porterà alla «risoluzione del problema» senza rischi per i cittadini.

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