Uccise il rivale in amore a coltellate, sentenza in Corte d’Appello: condannato a nove anni e otto mesi

Mozzate Per l’omicidio di Lorenzo Borsani si è di nuovo espressa la Corte d’Assise d’Appello. Flavio Briancesco giudicato per la terza volta. L’avvocato della vittima: «Fatta giustizia»

Nove anni e otto mesi di condanna con lo sconto di un terzo dovuto alla scelta del rito Abbreviato. E’ quanto ha deciso ieri mattina la Corte d’Assise d’Appello di Milano per la brutta vicenda del colpo di coltello al cuore che aveva posto fine alla vita di Lorenzo Borsani, 36 anni, all’esterno della casa della ex moglie.

L’imputato è Flavio Briancesco, 52 anni di Locate Varesino. Una vicenda processuale che non ha avuto un andamento lineare visto che il giudice di primo grado (il gup Andrea Giudici) aveva condannato Briancesco per omicidio volontario (10 anni di pena), mentre la prima volta che il fascicolo era giunto in Appello tutto era stato ribaltato considerando i fatti solo come un eccesso colposo di legittima difesa, con il computo degli anni che era di conseguenza sceso a 2 anni e 8 mesi, con aggiunti i 6 mesi per il porto del coltello a lama estraibile che era stato quello utilizzato nella lite.

Il colpo di scena

A inizio anno, era arrivato il colpo di scena: la Corte di Cassazione aveva annullato quest’ultima sentenza – che aveva fatto molto discutere – rimandando di atti a Milano. Secondo i giudici romani, infatti, era necessario il «rinvio per un nuovo giudizio ad un’altra sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano», decisione che aveva cancellato l’eccesso colposo di legittima difesa che era stato stabilito in secondo grado. E ieri mattina i giudici di Milano sono tornati a pronunciarsi sul caso condannando l’imputato a 9 anni e 8 mesi, quasi la stessa pena che dunque in origine era stata inflitta a Como.

Il commento

«Finalmente dopo anni di battaglie è stata fatta giustizia – ha commentato ieri a caldo l’avvocato Simone Gatto che assiste i parenti della vittima – E’ stato sancito che fu un omicidio volontario». La storia di cui stiamo scrivendo avvenne nel 2020 (era il 6 agosto) a Mozzate. Flavio Briancesco era stato arrestato dai carabinieri poche ore dopo la lite finita in tragedia. L’imputato, quel giorno d’estate, si era recato in via Turati a casa della ex moglie della vittima nonché amica della compagna dello stesso Briancesco, per cercare di aggiustare la lavatrice della donna.

Attorno alle 18, uscendo di casa, aveva trovato le gomme della sua Mercedes Classe A bucate. Nella via, in quel momento era sbucato Borsani al volante della sua Fiat Panda. I due avevano subito iniziato a litigare, nonostante il tentativo della ex della vittima di dividere i due contendenti. Ad un certo punto, nel pieno della colluttazione, Briancesco – lui disse di essersi spaventato, e per questo motivo di essersi armato – prese un coltello a serramanico, di quelli con la lama che deve essere estratta (un Opinel 10 con una lama di 10 centimetri), e con quell’arma colpi Borsani uccidendolo. Due colpi, uno al braccio e uno al petto, quest’ultimo fatale e inferto proprio davanti agli occhi della donna.

La vittima – infuriata – aveva chiesto cosa Briancesco facesse nella casa della ex intimandogli di non tornarci più. La difesa aveva chiesto l’assoluzione per legittima difesa, oppure – in subordine – la condanna per un eccesso colposo di legittima difesa. Una tesi che il giudice di Como Andrea Giudici, in Abbreviato, aveva respinto condannando l’imputato a 10 anni. In Appello, di fronte alla Corte d’Assise, era giunto invece il primo ribaltone che era stato però cancellato dalla Cassazione nell’udienza del gennaio 2023. Le carte, dunque, sono tornate a Milano per la nuova udienza che ieri ha portato alla condanna di ieri.

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