«Un botto e i vetri dappertutto»
La tragedia nelle parole dei bimbi

Le testimonianze I l drammatico racconto dell’incidente che ha coinvolto la scolaresca - «Una nube bianca e subito dopo tante persone gentili che ci hanno fatto scendere dal bus»

Un forte rumore, una nube bianca, i vetri dappertutto, quei signori gentili saliti sul pullman a prestare soccorso. Sono i racconti, praticamente identici, di 4 dei 30 alunni della scuola elementare “Pascoli” di Cazzago Brabbia, coinvolti nel drammatico incidente stradale di lunedì lungo l’autostrada Pedemontana, costato la vita alla maestra Domenica Russo detta Nika , 43 anni, di Sesto Calende. Naturalmente non li abbiamo interpellati direttamente, ma abbiamo intervistato i genitori. Un papà e una mamma di una bimba di 7 anni ci hanno risposto mercoledì mattina dall’ospedale Sant’Anna di Como.

Il papà: «Ieri un team di psicologi ha comunicato ai bambini la morte della maestra in maniera molto garbata e professionale. Sono stati di grande aiuto». C’è chi ha reagito piangendo, chi chiudendosi in sé stesso.

La mamma: «Mia figlia ha cambiato espressione, era molto rattristata. Mi ha detto: «Non è giusto, proprio quella maestra che mi stava tanto simpatica».

La psicoterapeuta è stata brava a farle subito pensare a qualcosa di bello, per reagire». Dell’incidente la bimba ricorda tutto.

La mamma: «Persino di essersi scambiata poco prima il posto con una compagna, perché voleva stare vicino al finestrino. Si era appena allacciata la cintura, tutti le avevano allacciate, le era caduto il cappellino, lo stava raccogliendo, quando ha sentito un rumore molto forte, come se fossero scoppiate le ruote, ha visto il vetro rompersi, una nube bianca (il camion tamponato trasportava terra ndr.), hanno iniziato tutti a urlare».

A quel punto sono salite delle persone a prestare soccorso. «Le ho chiesto se fossero poliziotti, mia ha risposto: «No persone normali». Probabilmente gli automobilisti di passaggio che nell’immediato hanno prestato i primi soccorsi. Una versione che coincide a quella di due fratellini. Sono stati trasportati all’ospedale di Desio, dimessi già il giorno dopo l’incidente.

La mamma: «Al pronto soccorso eravamo seduti accanto all’autista del camion tamponato. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere. Da quello che ho capito, è stato lui a lanciare l’allarme e a sincerarsi per primo delle condizioni dei nostri figli». I fratellini non sanno ancora che la maestra è morta.

«Abbiamo chiesto un consulto a uno psicologo privato, questa sera (mercoledì ndr.) parteciperemo anche a un collegamento da remoto con un professionista organizzato da una mamma della classe». Dell’incidente i bambini ricordano soprattutto il caos. «Il piccolo stava dormendo, il più grande era in dormiveglia. Mi ripetono: «I vetri, vetri dappertutto». Hanno anche raccontato degli amichetti sporchi di sangue». Hanno parlato a lungo dei vigili del fuoco. «Li hanno fatti sentire bere, tranquilli, mi hanno anche chiamata. Scherzavano con loro, li hanno rasserenati in un momento terribile. Sono stati fantastici».

I complimenti ci sono anche per le maestre. «Tutti i bambini avevano le cinture di sicurezza allacciate, sono state bravissime, attente». Un bimbo di soli 6 anni ha già detto ai genitori di non voler più partecipare a una gita. Anche lui era ricoverato al Sant’Anna. Il papà: «I fratellini più piccoli ne hanno in programma una con l’asilo, doveva andare anche lui».

L’incidente l’ha descritto come: «Un forte botto con tanto fumo, polvere, il vetro che scoppiava poi una persona è arrivata a soccorrerli». Anche lui ha appreso la morte di Nika Russo dal team di psicologi dell’ospedale. «Davanti ai medici non ha detto nulla, ma quand’è rimasto solo con la mamma ha chiesto: «Ora dov’è la maestra?». Gli abbiamo spiegato che non c’è più come il nonno, come il nostro cane morto di recente».

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