Un furgone in fuga pieno di cuccioli maltrattati. Tra gli indagati un uomo di Olgiate: ha scelto il patteggiamento

Il caso L’episodio nel giugno del 2019: stava trasportando 33 cuccioli. Le bestiole avevano meno di tre mesi, falsificati i passaporti sanitari

Quando la polizia stradale del Friuli, dopo un inseguimento andato in scena in autostrada lungo la A4 nei pressi di Palmanova, era riuscita a fermare un furgone con a bordo due cittadini residenti in provincia di Como, aveva deciso di ispezionare il contenuto del vano posteriore del mezzo da lavoro. Lì, all’interno di alcune scatole con dentro della paglia, erano stati rinvenuti 33 cuccioli per la gran parte di cane (29) più quattro gattini. Tutti piccolissimi, valutati dai veterinari di nemmeno tre mesi di età.

Cinque, poco dopo, erano morti per gli stenti. Questa settimana, come riportato ieri dal Messaggero Veneto, di fronte al giudice monocratico di Udine è finito un cinquantunenne di Olgiate Comasco che era a bordo del furgone (in compagnia di un altro allevatore) e che è stato chiamato alla procura friulana a rispondere alle ipotesi di reato di maltrattamento di animali e di falso, contestazione nata quest’ultima dai passaporti sanitari delle bestiole che secondo l’accusa riportavano date di nascita non rispondenti al vero.

L’indagine

Nell’udienza, l’indagato – Ivan Colombi – ha scelto di patteggiare la pena che è stata quantificata in 6 mesi e 20 giorni, accordo con la pubblica accusa che il giudice ha ratificato. I fatti finiti in aula risalgono al 21 giugno del 2019 quando, in una azione coordinata tra la Forestale di Gorizia e la polizia stradale di Palmanova, il furgone era stato inseguito lungo la A4 e fermato per essere ispezionato. A bordo c’erano 29 cuccioli di cane delle razze bulldog francese, cavalier king, barboncino e spitz, ma anche quattro gattini della razza scottish e britisch shorthair.

Le contestazioni

Gli animali, da quanto era stato possibile ricostruire, erano partiti nel loro viaggio dalla lontana Slovacchia ed erano destinati ad alcuni allevamenti della Lombardia per poi essere piazzati sul mercato. Tuttavia, i passaporti sanitari che le bestie avevano al seguito erano stati – secondo quella che è stata la tesi accusatoria portata avanti dalla procura di Udine – alterati, modificandone alcuni passaggi fondamentali come appunto l’età di nascita che non sarebbe stata quella reale.

I cuccioli erano stati posti subito sotto sequestro ed erano stati affidati ai veterinari. Le condizioni non erano tuttavia buone, tanto che cinque di loro morirono poco dopo. Una brutta storia di maltrattamento di animali che – a tre anni e mezzo di distanza da quell’intervento della polizia stradale in A4 – è arrivata finalmente in aula chiudendosi con il patteggiamento del cinquantunenne di Olgiate Comasco che era a bordo del furgone intercettato.

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