Un Natale speciale per Aisha e Angelo: «Così si sono salvati»

Le storie Una è una gattina nata sotto un’automobile. L’altro un cane rimasto sollo dopo la morte del padrone. Per entrambi è cominciata una nuova vita: ecco come

Aisha è nata sotto una macchina, Angelo rischiava di finire in canile, ma un’associazione amica degli animali e dei vicini di casa molto sensibili hanno riscritto il loro destino e oggi la micina e il tenero cagnolone si stanno godendo le festività natalizie con le nuove famiglie.

«Quando mi portarono Aisha pesava 103 grammi – ricorda Marianno Topazio, presidente dell’associazione “Noi siamo la loro voce” - Era stata trovata il 4 ottobre a Lurate Caccivio». Un ragazzino tornava a casa da scuola, sentì miagolare e sotto una macchina notò una gattina talmente piccola da stare nel palmo di una mano.

Cordone ombelicale

«Aveva ancora il cordone ombelicale attaccato – prosegue Marianna - Vicino a lei c’erano i corpi di altri due micini. La mamma, dopo il parto, si era allontanata». La gattina oggi pesa un chilo e 200 grammi e l’antivigilia di Natale è stata accolta dalla famiglia Brenci-Bernardi di Somma Lombardo: Mario e Laila, marito e moglie. «La nostra gatta Matilde era morta – racconta Mario – Aveva vissuto con noi 16 anni, volevamo un’altra femmina». È arrivata Aisha. «L’abbiamo ribattezzata Minerva, perché a mia moglie piacciono i nomi con la M. È bellissima, molto vispa».

Angelo invece ha due anni e mezzo, è un incrocio tra un pastore tedesco e un lupo cecoslovacco. Viveva a Guanzate, ma a inizio novembre era rimasto solo dopo la morte del padrone. Non aveva alternative: sarebbe finito in canile. «Abbiamo fatto di tutto affinché non accadesse – spiegano Christian Mascheroni, 49 anni, scrittore e autore televisivo, e Leila, 57 anni, che lavora in ambito sanitario - Abitiamo nella palazzina confinante alla vecchia casa di Angelo, lo abbiamo visto crescere». I vicini hanno puntato sul passaparola.

«Ho cercato di trovare una soluzione contattando alcune associazioni, distribuendo volantini, ma è stato un flop - prosegue Christian – Ho puntato su Facebook e in poco tempo il post era diventato virale».

Gara di solidarietà

In venti, da tutta Italia, volevano Angelo, ma quando scoprivano che era irruento, facevano retromarcia, spaventati dalle prospettive di convivere con un cane di questo genere. Ma, spesso, è soltanto apparenza. Poi è arrivato Gianfranco Bianco, 69 anni, titolare di un’azienda meccanica residente a Bolgare in provincia di Bergamo. «È stato un colpo di fulmine – racconta Gianfranco – Gli animali conoscono le persone, sanno chi può dare loro amore».

Da circa un mese ha spalancato le porte di casa al cagnolone. «Mangiamo insieme in taverna. Lo porto anche in ditta: ho predisposto per lui un recinto di 300 metri quadrati. La maggior parte del tempo però è libero». Il primo incontro non lo dimentica. «Mi ero presentato a Guanzate con un furgone, avevo appuntamento con un’amica di famiglia. Mentre stavo facendo salire Angelo, era scappato e si era messo a correre per la strada. Avevamo impiegato due ore prima di prenderlo». Da allora è sereno. «Mi salta al collo, fa le feste, non è aggressivo, è semplicemente un cane da difesa».

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