Sant’agostino, il Papa e noi

Un numero monografico de “L’Ordine” dedicato agli agostiniani nella storia con interviste a Buzzi e Cardini, interventi di vaticanisti e del creatore del cammino di Sant’Agostino in Lombardia

Quando il nuovo Papa, Leone XIV, si è presentato al mondo, affacciandosi alla balconata della basilica di San Pietro lo scorso 8 maggio, ha detto alcune frasi programmatiche importanti. In primis l’esortazione alla pace: «Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il Buon Pastore, che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, tutte le persone, ovunque siano, tutti i popoli, tutta la terra. La pace sia con voi! Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente».

Non meno significativo il richiamo all’ordine di provenienza, che ufficialmente ha influito sulla storia della Chiesa da 781 anni, quando fu riconosciuto da papa Innocenzo IV, ma affonda la sua regola negli insegnamenti di un grande cristiano della prima ora, Agostino d’Ippona (354-430), che è stato filosofo e teologo, mistico e vescovo. Per la precisione Robert Francis Prevost ha rimarcato: «Sono un figlio di Sant’Agostino, agostiniano, che ha detto: “Con voi sono cristiano e per voi vescovo”. In questo senso possiamo tutti camminare insieme verso quella patria che Dio ci ha preparato».

Qui, dove si fa e di distribuisce in edicola in nostro giornale (che poi online arriva dappertutto), le parole del nuovo Papa hanno risvegliato ricordi e riflessioni legati a luoghi e personaggi fortemente identitari per i territori delle province di Como, Lecco e Sondrio. Come non ricordare, ad esempio, che lo stesso Prevost nel 2006, da Priore degli agostiniani, si era recato in “pellegrinaggio” a Cassago Brianza per partecipare a un raduno di 400 giovani chiamati a raccolta dall’associazione Sant’Agostino in occasione del 750° anniversario della fondazione dell’ordine? Nel borgo lecchese, Agostino ha (o avrebbe, come dice il teologo Franco Buzzi nell’intervista che trovate alla pagina seguente) vissuto un momento fondamentale di preparazione al battesimo, ricevuto poi nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano.

Passando dal Lecchese al Comasco, a proposito di agostiniani portatori di pace, il pensiero corre alla Beata Maddalena Albrici. Figlia della Como bene, in cui nacque attorno al 1390, lasciò la famiglia per inerpicarsi sul monte di Brunate, diventare badessa del locale monastero e da lì prodigarsi, tra le altre cose, per la pacificazione di un territorio dove si facevano guerre tra vicini non meno cruente e assurde di quelle che ora vediamo sul fronte russo-ucraino o a Gaza. Dal 1118, quando era scoppiata la guerra decennale tra Milano e Como, che portò a schierarsi con l’una o con l’altra città anche la maggior parte dei Comuni dei due rami del Lario, le divisioni si protrassero per secoli, fomentate da famiglie della stessa città, Como per l’appunto, ovvero i Rusca e i Vitani. Maddalena Albrici, con l’aiuto di frate Silvestro e di San Bernardino da Siena, che salì a Brunate per incontrarla quando il paese era collegato alla città unicamente da una “ solinga via aspra, sassosa, dirupata e storta”, per citare una poesia di Benedetto Giovio, ottenne nel 1439 la sospirata pace di Santa Lucia, che ancora oggi si celebra nel Duomo di Como il 13 dicembre di ogni anno. Nella cattedrale furono collocate dal 1933 le spoglie mortali della Albrici, sotto l’altare di Sant’Ambrogio, per poi essere restituite alla chiesa di Sant’Andrea a Brunate nel 1998, perché i luoghi che ci chiamano (Maddalena sentì letteralmente una chiamata provenire dal monte) sono importanti.

I santuari agostiniani rappresentano dei punti di riferimento in tutta la Lombardia, inclusa la provincia di Sondrio - si pensi alle chiese di Cedrasco, Campo Tartano e Tirano, per esempio - e attorno ad alcuni di essi e ai luoghi di culto mariani, in memoria di una particolare devozione dell’Ordine agostiniano verso la Madonna, è stato costruito un percorso di 620 chilometri che attraversa mezza regione. Di tutto questo e molto altro si parla nel numero odierno de “L’Ordine”, che ci è parso opportuno dedicare interamente agli agostiniani, per prendere coscienza che la loro storia ci riguarda tutti. Atei compresi.

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