Ansia e depressione: per alcuni la colpa è del fine settimana

Psicologia Il giorno libero dal lavoro per alcuni è fonte di disagio. Capita anche con la pensione: «Ma molto dipende dai bisogni del singolo»

Il giorno libero dal lavoro o il fine settimana possono essere, per alcuni, motivo di sintomi di ansia o di malessere generale. Se per molti qualche momento di svago può essere l’occasione per rigenerarsi e per dedicarsi alle proprie passioni, per altri l’opportunità di “staccare” può rivelarsi un momento tutt’altro che piacevole.

«Non è possibile definire in modo univoco - spiega Davide Carlotta, docente alla Scuola di specializzazione in Psicologia clinica dell’Università Vita-Salute San Raffaele e psicologo del servizio di Psicologia Clinica dell’Irccs Ospedale San Raffaele Turro a Milano –. Il motivo per il quale una persona si trova ad incappare in questo genere di situazione, anche perché molto ha a che fare con le differenze individuali. Ogni persona presenta delle caratteristiche per cui stabilire una regola generale che valga per tutti non è possibile».

Se ogni persona è a sé, è comunque possibile fare delle riflessioni sullo star male di una persona in queste occasioni e le motivazioni potrebbero essere radicalmente opposte. «Una persona, ad esempio – aggiunge lo psicologo – potrebbe stare male perché si porta il lavoro a casa, magari perché ci sono delle consegne imminenti ed è difficile lasciarsi alle spalle il pensiero. È il caso di chi, non avendo terminato un lavoro il venerdì o comunque il giorno prima di quello di riposo, si trova a vivere con ansia e preoccupazione il rientro, proprio per il fatto che dovrà poi gestire questo impegno». In altri casi, invece, come sottolinea lo specialista, le persone potrebbero vivere situazioni di ansia o di malessere perché il posto di lavoro è per loro un ambiente “sotto controllo”. «In ufficio c’è una scadenziario – aggiunge – e una serie di attività precise e questo potrebbe dare alla persona un senso di prevedibilità che nel fine settimana o nel giorno libero in generale viene a mancare». Le situazioni possono così essere diverse e possono anche includere quelle condizioni in cui il lavoro consente di compensare dei vuoti di interessi o affettivi.

«Il lavoro, inoltre – spiega ancora Carlotta - può diventare anche una strategia per distrarsi da altri problemi, di varia natura, che si possono avere al di fuori dall’ambiente professionale. Conta molto anche la modalità di lavoro, chi è in smart working, ad esempio, potrebbe non avvertire una sensazione di vuoto perché è abituato a stare a casa, ma una persona che va in ufficio potrebbe utilizzare questo ambiente, dove ci sono altre persone, per compensare vuoti relazionali o per distrarsi appunto da problemi». Parlando di lavoro e di cambiamento, una svolta importante nella vita di un adulto è il raggiungimento della pensione. Anche questa situazione, in alcuni casi, può essere motivo di ansia, di stati depressivi e di malesseri generali.

«Anche in questo caso – precisa lo psicologo – molto dipende dalle caratteristiche del singolo individuo così come dalle motivazioni che portano al pensionamento. Chi sceglie di andare in pensione, ad esempio, avendo costruito un percorso ben preciso, anche dal punto di vista economico, avrà meno probabilità di viverla con malessere. Diversa è la cosa se una persona si ritrova, per vari motivi, a non poter più lavorare quando avrebbe continuato volentieri». Un problema fisico, la richiesta di un datore di lavoro in difficoltà di anticipare il pensionamento, un problema familiare possono essere così una condizione difficile da accettare dal singolo e che potrebbero essere la causa di cambi di umore, insoddisfazione e difficoltà a relazionarsi con gli altri. Non esistono sintomi specifici ma questi potrebbero essere segnali da attenzionare da parte della famiglia.

«Esistono diverse ricerche – conferma Carlotta – sull’importanza del ruolo che una persona può avere dopo la pensione. Una persona che ha ricoperto un particolare ruolo lavorativo che percepisce il proprio valore personale associato a quel ruolo potrà avere difficoltà nel passaggio. Diverso è se la persona riesce a mantenere una vita attiva e intrattenere relazioni».

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