Dolore pelvico e infertilità sono tra gli effetti dell’endometriosi

La patologia Poco conosciuta, ma colpisce una donna su 10 in età fertile. Si manifesta con cisti a livello delle ovaie. Cause non ancora del tutto note

Nonostante sia ancora oggi poco conosciuta, l’endometriosi è una malattia molto diffusa. È una patologia che colpisce circa una donna su dieci in età fertile con un picco di incidenza tra i 25 e i 35 anni. Rappresenta la prima causa di dolore pelvico cronico e una delle prime cause di infertilità nella donna.

«L’endometriosi è una patologia infiammatoria cronica – spiega Giovanni Pontrelli, responsabile del dipartimento di Ginecologia e Ostetricia del Policlinico Abano Terme - caratterizzata dalla presenza di tessuto simile all’endometrio, il tessuto che normalmente riveste soltanto la cavità uterina e che si sfalda e ricresce mensilmente con il ciclo mestruale, che tende a crescere al di fuori dell’utero». Questo tessuto “ectopico” può localizzarsi sia a livello pelvico (più frequentemente) che extra-pelvico.

Forme diverse

La malattia si manifesta sotto forma di cisti, a livello delle ovaie, e sotto forma di formazioni nodulari, che in genere si presentano come ispessimenti dei tessuti di colorito brunastro o biancastro simili a delle cicatrici, che si formano nel tempo in seguito a continui sanguinamenti e successive cicatrizzazioni di tali lesioni.

«Lo stato infiammatorio generato dalla malattia – prosegue il medico - è inoltre causa di aderenze che possono far aderire tra di loro gli organi alterandone la forma e il decorso. Tra gli organi pelvici sede della malattia i più comuni sono le ovaie, dove la malattia si manifesta sotto forma di cisti chiamate endometriomi o cisti “cioccolato” per la presenza di liquido brunastro al loro interno, ma anche le tube di Falloppio, i legamenti dell’utero ed il peritoneo che è un sottile rivestimento membranoso che riveste la cavità addominale e gli organi in essa contenuti». Per questo, seppure con minor frequenza, è possibile riscontrare lesioni endometriosiche su organi come il sigma-retto, il tratto terminale dell’intestino, o a livello della vescica.

L’endometriosi extra-pelvica può localizzarsi a livello dell’appendice o di altre sedi intestinali, di cicatrici cutanee di interventi chirurgici (per esempio cicatrice del taglio cesareo) e, più raramente, anche a livello dell’alto addome, ad esempio sul diaframma, o addirittura a livello dei polmoni.

Le cause dell’endometriosi non sono ancora completamente note. «Una delle teorie accreditate – dice Pontrelli - è il passaggio di frammenti di endometrio dall’utero nelle tube, e da queste in addome, causato dalle contrazioni uterine durante il ciclo mestruale, con successivo suo impianto sul peritoneo e sulla superficie degli organi pelvici. Tale ipotesi non ne esclude però altre, oggetto di studio». Sicuramente l’endometriosi può essere influenzata da fattori genetici, ormonali e immunologici. Le donne che hanno la madre o una sorella affetta da endometriosi, ad esempio, hanno un rischio di sviluppare la malattia sette volte maggiore rispetto alla popolazione generale.

Le conseguenze

Il sintomo principale è il dolore prevalentemente legato alla mestruazione (dismenorrea) ma può verificarsi anche durante l’ovulazione (dolore peri-ovulatorio) e ha la caratteristica di presentarsi in modo ciclico, e di peggiorare progressivamente nel tempo, fino a diventare un dolore pelvico cronico quando questo si presenta e si protrae per più di sei mesi consecutivi.

«A seconda delle sedi di localizzazione di malattia potremo poi avere diversi sintomi correlati. La dispareunia, ad esempio, e cioè il dolore durante i rapporti sessuali, è solitamente correlato alla presenza di endometriosi dei legamenti utero-sacrali o della vagina, così come altri sintomi come la dischezia e disuria, che sono rispettivamente il dolore durante l’evacuazione e la minzione, possono essere legati al coinvolgimento di intestino e vescica».

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