Donne e tumori, i nuovi pericoli: fumo e troppo sole fra le cause

La campagna Una guida distribuita dall’Associazione italiana di oncologia. Polmoni e pelle gli organi per i quali si registra un incremento dei casi

Seno, colon-retto, polmone, tiroide, melanoma, ovaio, utero e cervice: sono queste le forme di cancro che colpiscono maggiormente le donne, con 182mila nuovi casi l’anno.

Il Covid ha causato gravi ritardi negli screening e oggi i numeri risultano in salita. Tra i tumori in forte ascesa nella popolazione femminile ci sono quello al polmone, causato dal fumo – una vera emergenza degli ultimi anni – e il melanoma, dovuto alla mancata protezione solare e alla scorretta esposizione. Per sensibilizzare all’importanza dei corretti stili di vita e della diagnosi precoce, prende il via “Neoplasiadonna”, la campagna di comunicazione ideata da Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), resa possibile dall’educational grant non condizionante di AstraZeneca. Con una guida sulla prevenzione che verrà distribuita nelle maggiori città italiane, attività social, interviste e confronti con clinici e pazienti, incontri di sensibilizzazione one-to-one e uno spot, si ricorderà l’importanza di prendersi cura della propria salute e di non sottovalutare i controlli di routine.

«Oggi convivono con una patologia oncologica più di 1,9 milioni di donne – sottolinea Saverio Cinieri, presidente Aiom –. Nel 2020 sono stati diagnosticati 55mila nuovi casi di tumore della mammella e 8.300 dell’utero. Aumenta anche la sopravvivenza, con l’88% per il seno, il 79% per l’endometrio e il 68% per la cervice, ma è necessario intervenire perché si possa invecchiare in salute». Il cancro dell’ovaio, come sottolinea l’esperto, viene purtroppo spesso scoperto in fase già avanzata, con una sopravvivenza del 43%. Si tratta di una delle patologie ginecologiche più aggressive, per la quale non esistono ancora screening specifici.

Stili di vita

«L’attenzione agli stili di vita e la prevenzione secondaria – aggiunge Cinieri- attraverso gli screening possono davvero migliorare il quadro. Il cambiamento delle abitudini dannose viene in aiuto soprattutto quando parliamo di carcinoma del polmone: negli ultimi anni si è infatti registrato un forte incremento nella popolazione femminile, causato dall’onda lunga degli anni ’70, periodo in cui il vizio del fumo si è particolarmente diffuso tra le donne. Oggi ne vediamo gli effetti: per invertire questa tendenza è importante non iniziare mai, o impegnarsi a smettere il prima possibile».

Tra gli effetti negativi della pandemia da Covid-19, c’è stata la diminuzione degli screening effettuati negli ultimi due anni. Si parla di un calo di due milioni e mezzo. « Le persone avevano paura di recarsi in ospedale e per questo hanno sottovalutato l’importanza dei controlli - spiega Giovanni Scambia, direttore scientifico Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e Presidente Agui, Associazione Ginecologi Universitari Italiana –. Vogliamo sensibilizzare le donne alla prevenzione secondaria anche per recuperare questi ritardi». La mammografia, disponibile in alcune Regioni già dai 45 anni, permette di ridurre del 30% il tasso di mortalità della neoplasia, ma dopo il Covid sono stati eseguiti oltre 816mila esami in meno (-28%). «A partire dai 50 anni è possibile effettuare la ricerca di sangue occulto nelle feci – prosegue Scambia - per poi proseguire con un esame endoscopico in caso di positività, ma anche qui la percentuale di italiani che si sottopongono al test è diminuita, con un milione e 200mila esami non effettuati».

Proteggersi

La vaccinazione Hpv protegge invece dalle malattie del collo dell’utero e le ultime ricerche mostrano che può essere utile fino ai 45 anni. Per individuarle in maniera precoce è disponibile anche il pap-test: anche in questo caso, gli esami non eseguiti nel periodo gennaio 2020-maggio 2021 sono stati oltre 780mila (-35%) rispetto al 2019.

«Un’altra malattia in cui la prevenzione si rivela fondamentale è il melanoma – conclude - il terzo tumore più frequente sotto i 50 anni e la più aggressiva tra le neoplasie della pelle. Fortunatamente è possibile individuarla precocemente, con auto-controlli dei nei e visite annuali dal dermatologo, che con apposita strumentazione può identificare eventuali lesioni e procedere alle verifiche necessarie».

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