Febbre, ittero, dolori, ecco quali sono le malattie “da rientro”

In viaggio Non è difficile contrarre virus nei Paesi tropicali e subtropicali. Molte patologie gravi possono manifestarsi anche a distanza di mesi

La vacanza nella maggior parte dei casi è un momento di svago e di divertimento, ma una scarsa conoscenza dei rischi di contrarre alcune malattie durante il soggiorno nella meta prescelta, potrebbero rivelarsi una brutta sorpresa durante il viaggio o al ritorno a casa. Fondamentale informarsi così prima di partire sulla necessità di una profilassi preventiva, ma anche non sottovalutare i sintomi che potrebbero comparire.

«Meno della metà dei viaggiatori di tutto il mondo si rivolge al medico o a un ambulatorio di medicina dei viaggi per avere consigli e informazioni in merito a vaccini e profilassi – conferma Diana Canetti, infettivologa dell’Irccs Ospedale San Raffaele - questo vuol dire che oltre la metà non fa questo passaggio prima di partire. Va detto anche che nel primo gruppo di persone il rischio non viene azzerato ma ridotto in modo importante, mentre nel secondo gruppo il rischio è senza dubbio più elevato».

I sintomi al rientro da un viaggio possono essere di diverso tipo e generalmente si manifestano in viaggiatori al rientro da paesi tropicali o subtropicali. Tra i campanelli d’allarme ci sono la febbre, sintomi respiratori, dolori addominali, diarrea, eruzioni cutanee, manifestazioni neurologiche e ittero. «Questi sintomi possono manifestarsi sia durante il viaggio che dopo alcuni giorni dal rientro – aggiunge il medico – ma bisogna tenere presente che la finestra temporanea in cui possono presentarsi problemi è molto ampia, fino a un anno dal viaggio stesso, ecco perché, quando si va dal medico o da uno specialista è sempre importante riferire che nell’ultimo anno si è fatto un viaggio in un determinato paese». Alcune infezioni, ad esempio, possono avere un periodo di incubazione lungo, ecco perché non bisogna mai sottovalutare l’importanza di comunicare dove si è stati. In presenza di sintomi è importante non allarmarsi ma monitorare la situazione. «Nelle prime ore è possibile fare una semplice osservazione – dice – e se i sintomi peggiorano o non si risolvono rivolgersi al medico curante, alla guardia medica o al pronto soccorso. Ovviamente questo si può fare se le manifestazioni non sono gravi, se l’intensità dei sintomi è importante, infatti, è preferibile rivolgersi subito al medico».

«Per i disturbi non gravi – precisa la specialista – c’è anche una quarta via che è la telemedicina. Una persona può da casa mettersi in contatto con un centro di medicina dei viaggi e chiedere una prima valutazione online per capire se è il caso di accedere rapidamente a una visita medica o se può essere tranquillizzata». In caso di dubbi, anche se i sintomi sono lievi, non bisogna mai avere paura di chiedere aiuto. «Meglio una richiesta in più – precisa Canetti – che una in meno. Non bisogna mai dimenticare che la medicina dei viaggi è un campo molto delicato e che ancora oggi non è raro che le persone rientrino da una vacanza con la malaria o altre malattie. Fondamentale è intercettare i sintomi precocemente per iniziare subito le terapie del caso e se necessario anche provvedere al ricovero in ospedale». Proprio la malaria è ancora oggi diffusa ed è tra le cause più frequenti di febbre al ritorno dai viaggi (1/4 -1/5 dei casi), ma i rischi ci sono anche per altre malattie la febbre tifoide, l’epatite A, la diarrea del viaggiatore, la già citata Dengue o altre malattie tropicali.

Ecco perché è fondamentale avere tutte le informazioni utili prima di partire e sottoporsi a profilassi per aree a rischio. «C’è da dire che chi si rivolge agli esperti solitamente si sottopone alle profilassi consigliate – spiega la specialista – le preoccupazioni in questi casi sono più per le reazioni avverse a vaccini e farmaci. Per la profilassi antimalarica, ad esempio, molte persone arrivano intimorite quindi è importante rassicurare sulla sicurezza dei farmaci e spiegare anche che in caso di problemi durante la profilassi si può sempre sospenderla e valutare alternative». Per avere il tempo di testare la profilassi è però fondamentale rivolgersi ai centri non meno di un mese prima della partenza.

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