
(Foto di archivio)
Il vademecum Le scivolate in piscina, i tagli con oggetti nascosti nella sabbia, gli sport acquatici. «Le ferite vanno lavate con l’acqua dolce, non quella marina. Se vi tuffate prestate attenzione»
Como
Rilassarsi in vacanza apporta numerosi benefici per il benessere generale della persona, ma questo non vuol dire che si deve abbassare la guardia di fronte a situazioni potenzialmente pericolose. Scivolate, traumi e incidenti fuori e dentro l’acqua, infatti, non sono così infrequenti. In piscina, ad esempio, camminare con i piedi bagnati o comunque la presenza di acqua possono rendere scivoloso il pavimento.
«In questi casi il trauma può essere lieve, come una contusione – precisa il dottor Saverio Chiaravalle – oppure possono verificarsi fratture di arti superiore o inferiori. Altro rischio, che non va mai sottovalutato, è il trauma cranico. Se la persona che ha battuto il cranio comincia ad avere dei sintomi come poca reattività, cefalea, nausea e vomito è importante rivolgersi immediatamente al pronto soccorso». Anche se al momento del trauma alla testa non succede niente è sempre importante monitorare la persona nelle ore successive all’incidente e se compaiono sintomi visivi, cefalea o vomito, recarsi immediatamente pronto soccorso.
Molta attenzione va posta anche vicino a rocce, scogli e sassi, in quanto si potrebbe cadere o scivolare e rimediare come conseguenza una ferita lacero-contusa, «Mai sottovalutare le ferite da taglio – aggiunge il medico – e si deve fare attenzione anche in spiaggia perché purtroppo qualche maleducato potrebbe aver buttato delle bottiglie di vetro e quindi ci potrebbe essere il rischio di tagliarsi. A meno che non si tratti di ferite molto superficiali, che vanno comunque lavate con acqua dolce e disinfettate, è importante rivolgersi al medico perché potrebbero infettarsi».
Se non si dispone di acqua dolce è meglio evitare di usare acqua marina in quanto potrebbe essere contaminata o contenere sabbia, quindi, è una soluzione da usare solo se non ci sono alternative e in assenza di bottigliette di acqua potabile. La ferita va sempre disinfetta. Tra le indicazioni dello specialista anche quella di non utilizzare acqua ossigenata, che può favorire la proliferazione di alcuni batteri, o alcol denaturato. «In alcuni casi può essere necessaria una copertura antibiotica ma sarà il medico a valutare la reale necessità – prosegue - Se la ferita è provocata da metalli ruggini, inoltre, potrebbe essere necessaria anche una vaccinazione antitetanica». Le scarpette da scoglio si rivelano molto utili in termini di prevenzione.
Altro potenziale pericolo possono essere i tuffi, soprattutto se non si conosce il fondale e se l’altezza da cui ci si butta è eccessiva. Il primo invito è così a non emulare quanto si vede fare agli altri, soprattutto nei tanti video che circolano sui social network. «Per tuffarsi serve preparazione fisica e tecnica – sottolinea il medico – i rischi possono andare da ferite e abrasioni, fino a situazioni gravi come la tetraplegia e la morte».
«Fare sci nautico senza una corretta preparazione – conclude il responsabile del Pronto Soccorso dell’IRCCS Policlinico San Donato – può comportare di farsi male a causa di cadute e di eccessiva stanchezza. Anche il nuoto però non è da sottovalutare, quindi, mai spingersi al largo se non si è sufficientemente preparati perché stanchezza e crampi potrebbero essere anche causa di annegamento». L’invito così è ad essere consapevoli dei propri limiti e di evitare situazioni potenzialmente pericolose.
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