La borsite del ginocchio: il malanno dei piastrellisti

Malattie Le cause possono essere traumatiche o legate al sovraccarico. Si tratta di una problematica che interessa la borsa sovra rotulea

La borsite del ginocchio è una problematica che interessa la borsa sovra rotulea. Le cause possono essere di origine traumatica, ma spesso sono legate anche ad un sovraccarico funzionale dell’articolazione tipico di alcune professioni per le quali si trascorre molto tempo in ginocchio.

«Si tratta di una problematica che interessa la borsa sovra rotulea – spiega Corrado Bait, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia articolare e Traumatologia dello Sport all’Istituto Clinico Villa Aprica – e cioè quel tessuto che ricopre la rotula. Questa parte del ginocchio è interessata da fenomeni infiammatori con produzione di liquido tipicamente extra articolare, cioè il liquido che si forma non è dentro l’articolazione ma al di fuori, fra la rotula e la cute».

Come detto, le cause possono essere di due tipi. Una borsite si può formare, ad esempio, a seguito di un forte trauma al ginocchio e in conseguenza all’urto il ginocchio stesso si gonfia. «Va distinta però – precisa lo specialista – dalle tumefazioni articolari in quanto in presenza di borsite viene a formarsi una sorta di pallina proprio sopra la rotula».

In caso di borsite post traumatica solitamente è sufficiente un periodo di riposo, l’utilizzo di ghiaccio e di antiinfiammatori per risolvere la situazione. L’indicazione è anche quella di camminare con la gamba diritta per non andare a sollecitare la rotula. «A volte però – aggiunge il medico – quando questa tumefazione è molto importante, si forma una grossa cicatrice a ragnatela che diventa spessa e può dare disturbi ad accovacciarsi. Questo è il tipico caso legato a persone che lavorano molto tempo in ginocchio».

Tra le persone che possono soffrire di borsite al ginocchio ci sono così piastrellisti, parquettisti, idraulici. Ecco perché per questi lavoratori è fondamentale l’utilizzo di apposite ginocchiere. In passato la borsite veniva anche chiamata “ginocchio della lavandaia” in quanto era tipica delle donne che andavano al fiume a lavare i panni stando molto tempo accovacciate.

«In termini di prevenzione – conferma Bait – è fondamentale l’utilizzo di ginocchiere. Oggi in commercio esistono protezioni specifiche che hanno una parte morbida all’interno e una parte molto rigida all’esterno».

La diagnosi di borsite è di tipo clinico con una attenta anamnesi del paziente, oltre che visiva in quanto la tumefazione rotulea è evidente. L’infiammazione cronica della struttura, infatti, porta a un ispessimento del tessuto cutaneo, una sorta di durone, con la pelle che viene estremamente sollecitata. Al tatto, inoltre, a volte è possibile sentire dei residui cicatriziali ispessiti a forma di ragnatela.

«Sempre in fase di diagnosi – prosegue lo specialista – dal punto di vista strumentale può essere utile un’ecografia e, in caso di borsite da trauma, anche una radiografia per andare a valutare l’eventuale presenza di problematiche ossee. Se si vuole fare uno studio ancora più dettagliato è possibile anche eseguire una risonanza magnetica ma va detto che nella maggior parte dei casi è sufficiente l’ecografia».

In caso di borsite da sovraccarico, se la situazione si cronicizza e la tumefazione è persistente, può essere indicato il trattamento chirurgico. L’intervento prevede l’incisione della borsa sovra rotulea, l’eliminazione del liquido infiammatorio e delle aderenze cicatriziali. Nella maggior parte dei casi l’intervento è risolutivo ma è importante proteggere il ginocchio, in caso di professioni a rischio, per evitare recidive. A seguito dell’intervento è possibile riprendere le attività dopo due settimane, ma deve passare almeno un mese e mezzo prima di riprendere a inginocchiarsi.

Da Bait anche una raccomandazione: «A volte le persone con borsite – conclude – assumono antibiotici. In realtà non va fatto a meno che non ci sia un’infezione causata dalla pelle tesa, che si lacera e allora in quei casi può verificarsi un’infezione. L’indicazione, se la pelle si lacera, è quella di rivolgersi subito allo specialista che prescriverà una terapia antibiotica mirata».

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