La dieta mediterranea contro le malattie del cuore

Consigli utili Le morti per malattie cardiovascolari rappresentano il 44% del totale dei decessi. La nutrizionista: «Sì a frutta, legumi, pesce azzurro, cereali integrali e olio di buona qualità»

L’obesità è tra i fattori di rischio meno curati quando si parla di prevenzione cardiovascolare, ma una sana e corretta alimentazione, grazie anche alla dieta mediterranea, è alla base del contrasto dell’insorgenza e degli effetti di molte patologie. Ecco perché in occasione di “Nel cuore di Como” gli esperti presenti parleranno anche dell’importanza di stili di vita corretti per contrastare il rischio cardiovascolare.

«Le morti per malattie cardiovascolari rappresentano il 44% dei decessi nel nostro Paese – spiega Roberta Pomina, biologa nutrizionista e titolare dello studio medico Igea di Como - Non sono solo la causa di numerosi decessi, ma vanno a impattare in modo importante sulla qualità di vita di chi ne soffre. In passato i lavoratori, che erano legati a una vita più rurale, erano senza dubbio più attivi. Oggi, purtroppo, si sta molte ore seduti davanti al pc e questo comporta un eccesso di sedentarietà». Tra i fattori di rischio modificabili c’è così l’eliminazione di una dieta eccessivamente ricca e ipercalorica che predispone all’obesità. «L’obesità è una condizione complessa e multifattoriale, considerata come una vera e propria patologia cronica – prosegue la biologa nutrizionista – caratterizzata da un eccesso di grasso corporeo. Richiede cure, supporto e follow up continui». Nel mondo si contano circa 3 milioni di decessi all’anno proprio per l’eccesso di peso. «Tra le complicanze dell’obesità – dice ancora – ci sono l’ipertensione, le dislipidemie, l’insulino resistenza, i processi infiammatori, il diabete e gli eventi cardiaci».

Il Bmi (l’indice di massa corporea) consente di verificare in autonomia se siamo in sovrappeso o meno. È espresso come rapporto tra peso e quadrato dell’altezza di un individuo. Quando il valore è superiore a 25 ci si trova in una condizione di sovrappeso e, se superiore a 30, di obesità. Ovviamente il Bmi varia anche a seconda della massa muscolare, per questo l’Oms ha sottolineato l’importanza di valutare anche la circonferenza addominale per valutare il grasso viscerale, che è un fattore di rischio cardiaco. Con un centimetro si prende la circonferenza e se i valori superano i 102 centimetri negli uomini e gli 88 centimetri nelle donne siamo di fronte a campanello d’allarme. «La dieta mediterranea si conferma utile non solo nel ridurre l’infiammazione corporea ma anche il rischio cardiovascolare – aggiunge Pomina – Tra gli alimenti cardine di questa dieta ci sono frutta, verdura, legumi, pesce azzurro e cereali integrali, ma anche l’olio di oliva di buona qualità. Una sana alimentazione però deve sempre essere associata a una adeguata attività fisica». Una corretta idratazione, l’acquisto di prodotti in base alla stagionalità (che significa anche varietà) e alla territorialità sono altri elementi contenuti nella piramide alimentare che caratterizza questa dieta. «Va ridotto il più possibile il consumo di grassi saturi e dolci – aggiunge la biologa nutrizionista – questo non vuol dire rinunciare a qualche piatto più elaborato ogni tanto, ma è fondamentale imparare a mangiare bene tutti i giorni».

Per chi pensa che la prevenzione delle malattie cardiovascolari inizia in età adulta è utile ricordare che non è così. La prevenzione, in questo senso, inizia fin dai primi anni di vita, ma nonostante questo, ancora oggi troppi bambini e ragazzi sono sovrappeso o obesi. «Ci sono anche moltissimi bambini e ragazzi normopeso – dice ancora – che però hanno una circonferenza del girovita in eccesso e questo significa la presenza di adiposità viscerale già in giovane età».

Tra i consigli anche evitare gli eccessi dietetici in generale, limitare i cibi processati, i carboidrati semplici, gli zuccheri e il sale. Tra i cibi infiammatori, inoltre, troviamo sale, zucchero, farina e latte che vanno così limitati nel consumo, stessa cosa per carni processate, grassi saturi e fritture. Attenzione anche alle carenze nutrizionali come Omega3, fibre, calcio, magnesio e potassio, ma anche proteine e vitamine del gruppo B.

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