Il sale è responsabile di alcune malattie croniche e morti premature

Alimentazione Abusarne mette a rischio la salute. La nutrizionista Boscaro: «Eccedere comporta rischi,a cominciare da quelli relativi alla pressione arteriosa»

Studi epidemiologici condotti in circa 200 Paesi in tutti i continenti hanno segnalato l’abuso di sale come l’errore alimentare maggiormente responsabile di morti premature e disabilità correlata allo sviluppo di malattie croniche non trasmissibili. A livello globale, secondo le indicazioni dell’Oms, sarebbe possibile prevenire oltre due milioni e mezzo di morti premature, attraverso la riduzione del consumo di sale a meno di 5 grammi al giorno, tra quello già presente negli alimenti e quello aggiunto.

Sensibilizzare la popolazione a un consumo consapevole di sale è così fondamentale in termini di prevenzione. Questo anche l’obiettivo della Settimana Mondiale per la Riduzione del Consumo di Sale, lanciata dal Wassh - World Action on Salt, Sugar and Health, che si è conclusa nei giorni scorsi.

«L’eccesso di sale porta a un aumento della pressione arteriosa – spiega Chiara Boscaro, biologa nutrizionista presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza e Istituto Clinico San Siro di Milano – e quindi a un rischio di ipertensione, ma anche di eventi cardiovascolari come ictus e infarto. È nota, inoltre, l’associazione tra abuso di sale, cattiva alimentazione, obesità e problematiche cardiovascolari. Nelle donne l’eccesso di sale porta a una maggiore infiammazione delle pareti venose, un effetto negativo in una popolazione, quella femminile, che ha già di frequente problemi di circolazione agli arti inferiori e gonfiore alle gambe». L’eccesso di sale aumenta anche il rischio di osteoporosi e di malattie della tiroide.

Secondo i dati oggi a disposizione la principale fonte di assunzione del sodio nella dieta italiana è data dal cloruro di sodio (sale), aggiunto nei prodotti trasformati di tipo artigianale, industriale o della ristorazione collettiva e poi da quello aggiunto in cucina e/o a tavola (circa il 35%). Il contenuto di sale della frutta, della verdura e in generale degli ortaggi freschi è, invece, molto basso.

«Fondamentale conoscere la dose corretta di sale che può essere consumato ogni giorno che varia in base all’età – precisa Boscaro – dai 10 anni in su non bisogna superare i 5 grammi di sale al giorno, tendo presente però che oltre i 60 anni i grammi diventano 4. Nei bambini sotto i 10 anni sono consentiti dai 2 ai 3 grammi al giorno. Il problema vero però è che si arrivano a consumare anche 10 grammi al giorno».

Prendere coscienza di quanto sale utilizziamo ogni giorno e di quanto, invece, ne andrebbe utilizzato è il primo passo per invertire la rotta. Anche perché gli studi confermano che nelle persone con la pressione arteriosa aumentata, riducendo il consumo, nella maggior parte dei casi, la pressione diminuisce. E la riduzione della pressione conseguente alla riduzione del consumo di sale è in grado di prevenire un numero sostanziale di eventi cardiovascolari. La moderazione nel consumo di sale, inoltre, sarà tanto più efficace quanto prima viene implementata nella vita di un individuo.

«Non solo le dosi consentite – prosegue la biologa nutrizionista – è fondamentale anche capire in quali cibi c’è una maggiore presenza di sale. Spesso, ad esempio, si pensa che i cereali e derivati non rientrino tra gli alimenti salati, invece, pane, biscotti, cereali per la prima colazione sono ricchi di sodio. Stessa cosa vale per i sughi pronti per condire i primi, i pasti pronti, ma anche il tonno e la carne in scatola, in quanto il sale viene aggiunto proprio per migliorare la conservazione».

Importante leggere con attenzione le etichette tenendo presente che i prodotti possono essere a: basso, medio o alto contenuto di sodio. Si parla di basso contenuto di sodio al di sotto di 0,3 grammi ogni 100 grammi di prodotto, di medio contenuto tra 0,30 e 1,5 grammi, infine, ad alto contenuto al di sopra di 1,5 grammi. «Gli affettati sono ricchi di sale – conferma Boscaro – prosciutto e cotto contengono tra 1 e 2 grammi per solo 4 fette. Attenzione anche ai formaggi freschi e stagionati, che superano anche 1 grammo di sale per una porzione di circa 50/80 grammi».

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