L’ondata di caldo ha portato temperature molto alte anche sulle Alpi e ha messo a rischio (di nuovo) i ghiacciai

Clima L’anticiclone africano e l’aria subtropicale hanno innalzato lo zero termico sopra i 5mila metri di altezza: nella notte tra il 20 e il 21 agosto ha raggiunto i 5.298 metri, la quota più alta dal 1954

Una forte ondata di caldo sta colpendo in questi giorni tutta l’Europa: le previsioni meteo hanno annunciato temperature molto elevate a partire da venerdì 18 agosto e fino alla fine di questa settimana. Si va dai 42°C registrati in Italia, ai 40°C della Francia, ai 37°C della Svizzera. Ma da dove viene questa ondata di caldo? Si tratta dell’effetto climatico conseguente a un fronte di alta pressione (un anticiclone) proveniente dall’Africa e accompagnato da aria subtropicale, che porta con sé cieli blu e sereni e temperature molto alte in gran parte dell’Europa centrale e meridionale.

La foto della Capanna Margherita dal satellite

Una foto in particolare, scattata dal satellite Copernicus Sentinel -3 mostra i cieli completamente privi di nuvole sopra la fascia alpina: l’assenza di nubi ha portato la temperature dell’aria a rggiungere i +6,5°C alla Capanna Margherita, che è il più alto rifugio esistente sulle Alpi, a 4.556 metri, sulla punta Gniffetti del massiccio del Monte Rosa.

E sempre in questi giorni, in particolare nella notte tra domenica 20 agosto e lunedì 21 agosto, lo zero termico è stato registrato a 5.298 metri, la quota più alta mai registrata dall’inizio delle misurazioni della stazione meteorologica svizzera di Payerne nel 1954. L’ondata di caldo però non si fermerà a questo weekend appena concluso, ma proseguirà anzi fino al prossimo.

I rischi che corrono i ghiacciai

Le condizioni climatiche non sono affatto positive per i ghiacciai italiani, la cui esistenza è sempre più a rischio a causa del riscaldamento globale che ha portato lo zero termico a innalzarsi in quasi tutto l’arco alpino fino a raggiungere i 5.000 metri di altezza - di solito si colloca tra i 3.200 e i 3.700 metri - , portando quindi a rischio di scioglimento anche i ghiacciai. La durata di queste ondate di caldo e la loro frequenza preoccupa i meteorologi che già avevano definito il 2022 l’annus horribilis per i ghiacciai italiani. Ma anche il 2023 non promette bene e tra le principali cause rientrano anche gli anticicloni, come quello che ora si sta muovendo sopra l’Europa, e le ondate di calore che causano anche ad alta quota.

Un report sullo stato di salute dei ghiacciai lombardi

«Escludendo le zone artiche, la crisi climatica sta interessando le Alpi con incrementi di temperatura tra i più alti del pianeta - si legge nel report del Servizio glaciologico lombardo per l’anno 2022/2023 - Oltre ai nefasti effetti sulla fusione glaciale nei mesi estivi, temperature sempre più alte tendono ad aumentare la quota del limite delle nevicate e allungare così la stagione in cui i ghiacciai fondono riducendo così la durata del periodo in cui possono accumulare la neve».

Nell’attuale contesto climatico, con l’aumento delle temperature anche ad alte quote, è diventato raro, se non ad altitudini molto elevate, che si realizzi nel corso dell’anno un accumulo nevoso tale da proteggere i ghiacciai e fornire loro abbastanza neve per resistere ai mesi estivi e garantire la formazione di nuovo ghiaccio che sostituisca quello perso.

I ghiacciai incapaci di conservare neve e produrre nuovo ghiaccio, secondo il Servizio glagiologico lombardo sono «la maggior parte nel contesto alpino lombardo» e sono ormai chiamati “fossili climatici”, «a indicare il loro totale squilibrio con il clima attuale». Le temperature così alte del mese di luglio e dei primi giorni di agosto hanno completamente fuso la neve al di sotto dei 2900-3200 metri sulle Alpi lombarde.

© RIPRODUZIONE RISERVATA