Autosilo a pagamento
Il procuratore contrario

Bodero Maccabeo contro l’iniziatiiva del Comune che vuole rendere a pagamento l’autosilo di via Auguadri per i dipendenti del Tribunale

Como

Com’era facilmente intuibile l’ottimismo dell’assessore Marcello Iantorno sulla vicenda della sosta in autosilo per i dipendenti del palazzo di giustizia, alla prova dei fatti, è stato spazzato via dalla realtà.

Al procuratore della Repubblica Giacomo Bodero Maccabeo, infatti, non è piaciuta la decisione unilaterale del Comune di cancellare la sosta gratis a impiegati, cancellieri e uomini della polizia giudiziaria in servizio in Tribunale.

«Dissento in modo rispettoso ma fermo - ha commentato ieri mattina il procuratore - e non firmerò la convenzione. Questa mia posizione di contrarietà era ben nota al Comune».

Eppure l’amministrazione è andata avanti e la giunta, l’altroieri, ha approvato la decisione di trasformare a pagamento i 150 posti auto per i dipendenti del palazzo di giustizia a cui sono stati proposti abbonamenti in convenzioni: 35 euro al mese per 5 giorni di sosta, 40 euro per 6 giorni.

Cifre che non fanno certo felici i lavoratori del Tribunale, i quali fanno notare come lo sconto sia minimo rispetto alle tariffe ufficiali: 5 euro al mese appena stando al tariffario ufficiale della Como Servizi Urbani.

Ieri mattina, nei corridoi del palazzo di largo Spallino, non si parlava d’altro. Non solo il procuratore dimostrava la sua contrarietà, ma anche la maggior parte dei dipendenti commentavano negativamente la decisione del Comune. Alcuni, per la verità, si sono detti disponibili a pagare un abbonamento: «Ma la convenzione proposta sembra quasi una presa in giro», visto lo sconto minimo.

L’assessore aveva difeso la scelta precisando che non era più possibile proseguire con la gratuità, visto che in nessun documento di quelli allegati alla convenzione tra ministero e Comune legati alla realizzazione dell’autosilo compariva formalmente la parola «gratuitamente», riferita ai posti auto dei dipendenti.

I quali, ieri, hanno iniziato dal canto loro a elencare tutte le magagne del palazzo - la cui manutenzione è affidata proprio al Comune - partendo dalle tapparelle rotte in due uffici al secondo e al quinto piano, che causano non pochi problemi di visibilità soprattutto quando il sole picchia sulle vetrate. Insomma: storie tese tra istituzioni.

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