Como, case comunali: sfratto per chi non paga

«Sono avvisi “bonari”», chiarisce l’assessore, che ha sottoposto il progetto a sindaco e giunta. L’obiettivo è chiamare allo scoperto chi non versa affitto.

Sui tetti malfermi di via San Bernardino da Siena servirebbe Paperinik, il giustiziere mascherato che aggiusta i torti e veglia sui deboli. E invece, in assenza di supereroi, la gestione degli alloggi popolari di proprietà comunale - immensa Gotham city nei cui vicoli si confondono abusi, degrado ed emarginazione - è affidata all’assessore Marcello Iantorno che, elmetto saldo sul capo, da tre anni combatte la sua battaglia contro sprechi, veri o presunti.

L’ultima tappa della crociata risale a una seduta di giunta dell’altro ieri, nel corso della quale l’avvocato - nel tentativo di recuperare un po’ di soldi - ha presentato a sindaco e colleghi un progetto cucito addosso alla quarantina di inquilini che abitano regolarmente gli appartamenti ma che, per una ragione o per l’altra, non pagano pigione da un pezzo.

«L’idea - spiega lui - è quella di avviare, con tutte le garanzie di legge, le procedure di sfratto per chi abbia accumulato debiti superiori ai 10mila euro. Non significa irrompere con la forza pubblica, ma quantomeno trasmettere a tutti una comunicazione che dia conto delle intenzioni del Comune, lasciando ovviamente a ognuno lo spazio e il tempo necessario ad esaurire il debito».

In realtà quelli che non pagano sono molto più di quei “soli” 40 ma il campione, precisa ancora Iantorno, si riduce depennando tutte le situazioni che per un motivo o per un altro siano in carico ai Servizi sociali, o ancora quelle che coinvolgano direttamente i minori.

L’argomento è delicato, e non solo per quanti rischiano di restare su un marciapiede. In giunta non c’è unitarietà di intenti. Tutti d’accordo sulla necessità di sistemare le cose, tutti divisi sul come.

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