Como, per la spesa al mercato
resistono i sacchetti di plastica

In via Mentana solo una parte degli operatori è passata ai sacchetti bio imposti dalla normativa. «Sono cari, sarà inevitabile farli pagare ai clienti». Ma chi non si adegua rischia multe salate

«Le borse adesso sono quelle di plastica e le regaliamo, ci mancherebbe anche che dobbiamo prendere quelle ecologiche. Costano un capitale». Eppure anche Fabiana Cantalupi da dietro il suo banco di ortofrtutta al mercato coperto conferma che si adeguerà alla norma di legge con l’unica soluzione possibile: «Faremo pagare quei sacchetti ai clienti. Non possiamo regalarli». Ieri mattina raccontava di non sapere che da ultimo fosse subentrato l’obbligo per tutti i commercianti di smaltire i sacchetti di plastica residui con la raccolta differenziata (nella plastica, appunto).

Da consegnare ai clienti per portarsi via la spesa non restano che i sacchetti biodegradabili, costosi e poco durevoli, quasi sempre fatti di un materiale che si chiama mater b ed è costituito da polimeri biodegradabili di varia natura (amido di mais, cellulosa, glicerina, a volte anche materie fossili). Eppure gli acquirenti ieri giravano ancora con i sacchetti messi al bando, andavano per la maggiore quelli verdi no-logo. Quasi tutti i commercianti hanno ancora le ultime scorte da utilizzare; le hanno pagate e non intendono disfarsene nonostante le sanzioni piuttosto elevate già in vigore: si parte da 2.500 euro di multa fino ai 25.000 per chi consegna ancora la spesa nel sacchetto di plastica. Gli svantaggi del mater b rispetto a quelli tradizionali però sono tali da spingere i commercianti a correre qualche rischio. «Sappiamo che è obbligatorio dare quelli biodegradabili ma noi abbiamo ancora gli altri e li diamo gratis», dice Mauro Reineri della salumeria La via del sale. L’ultima consegna di sacchetti di plastica che hanno ricevuto dal loro grossista è stata appena 20 giorni fa. «Anche loro hanno detto di dover smaltire quello che avevano in casa. Penso che anche da noi saranno esauriti verso Natale, poi a gennaio inizieremo con gli altri sacchetti e li faremo pagare. Già adesso qualcuno si è lamentato: a farli pagare sembra di fare un torto, in più noi vendiamo anche bottiglie di olio e cartoni di latte. Non tengono».

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