Daverio ai comaschi
«Como è spenta, accendetela»

Il famoso critico d’arte è stato ospite del Festival della luce, a Palazzo Terragni

«Manca una programmazione e non vi impegnate per promuovere i gioielli»

Como

«Arte ed economia hanno da sempre un rapporto simbiotico basato sulla promozione delle culture, ma se analizzo il sistema economico italiano di oggi mi accorgo che non promette per niente bene perché si è persa la capacità di riconoscere l’arte e di fare cose belle». È una critica senza mezze misure quella fatta dal critico d’arte Philippe Daverio durante l’incontro che si è tenuto venerdì sera a Palazzo Terragni, nell’ambito del Festival della luce.

«Manca una linea programmatica e non c’è abbastanza impegno nel lavorare sulle identità da promuovere – ha spiegato Daverio a margine della conferenza, riflettendo sulla situazione di Como – Avete una città bellissima eppure non valorizzate niente; e pensare che il Museo Giovio è una eccellenza assoluta e la cinta muraria romanica-medioevale è straordinaria.

«Chiunque tenti di rappresentare il reale non può prescindere dalla luce - aggiunge il critico di origine francese - ecco perchè è forte anche il suo legame con la scienza; si pensi a Spinoza o a Cartesio con il suo trattato sulla luce». «Purtroppo oggi la luce, che per noi è quella artificiale, ha preso un altro significato - ha concluso - viviamo in una realtà senza tempo, in una dimensione perenne di non-notte».

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