Il voto dei neo-elettori: «Non ci sentiamo rappresentati dai partiti esistenti»

Nuove generazioni A livello nazionale i voti degli under 25 sono andati perlopiù ad Azione-Italia Viva e ascoltando le parole dei giovani elettori comaschi prima del voto o subito dopo emerge una forte disaffezione al modo di fare politica dei partiti italiani

Fatta eccezione per gli under 25 e gli over 65, Fratelli d’Italia è stato il partito preferito in tutte le fasce d’età, in maniera trasversale in tutta Italia. I giovanissimi hanno preferito Azione-Italia Viva e gli over 65 il Partito Democratico. Per il resto Giorgia Meloni l’ha fatta da sovrana. A dirlo è l’istituto Ixè che ha analizzato i flussi di voto tenendo in considerazione diversi parametri, tra cui anche l’età.

E anche qualora si vadano a vedere nel bacino dei giovanissimi le percentuali prese dagli altri partiti, Fratelli d’Italia segue a ruota la lista di Carlo Calenda e Matteo Renzi, così come si colloca al secondo posto anche nel gruppo degli over 65.

Preferenze politiche per fasce d’età

I giovanissimi elettori: le emozioni e le aspettative con cui hanno votato

Per provare a capire però la prima di queste due eccezioni possiamo prendere in considerazione le parole con cui i giovanissimi (ovvero gli under 25) si sono avvicinati al voto questa domenica, in alcuni casi per la prima volta. «La decisione del mio voto è stata più strategica che di cuore - racconta Nicola Pini - ho atteso l’arrivo di alcuni sondaggi e mi sono concentrato sul votare un partito che rispecchiasse, almeno in parte, i miei ideali e che potesse far fronte a una maggioranza che non gradisco affatto».

Dalle parole degli under 25 emerge come un obiettivo sopra tutti gli altri non sia stato raggiunto dai partiti italiani: conquistare i più giovani. Eppure, nonostante mancasse un vero senso di appartenenza a una delle proposte politiche in campo, molti di loro domenica sono andati a votare carichi di un senso di responsabilità che la narrazione contemporanea non sempre gli riconosce: «Sono andata a votare con un senso di grande responsabilità – racconta infatti Giorgia Brunati – a parer mio il Paese adesso ha bisogno di grandi cambiamenti e di affrontare decisioni politiche importanti ». Per gli elettori più giovani insomma questo 25 settembre non è mancata solo la voglia di votare (sempre secondo l’istituto Ixè gli astenuti tra gli under 25 sono stati il 39,8 % e tra chi ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni il 40,5%) ma anche l’entusiasmo nel farlo.

Pietro Grassotti, che già aveva votato alle comunali, racconta che l’emozione nell’entrare nella cabina elettorale non è mancata ma il riconoscimento netto in un partito piuttosto che in un altro sì: «Per il periodo successivo al voto ho aspettative alte - ha spiegato - perché tutti i partiti hanno promesso molto, personalmente però ritengo che molte delle promesse fatte non verranno mantenute. Tanti partiti, per esempio, nei loro programmi non hanno segnalato da dove prenderanno i soldi con cui portare avanti le loro proposte».

Una politica nella quale difficilmente si riconoscono

Tra i fattori che hanno maggiormente destato fastidio negli elettori più giovani c’è sicuramente un modo di fare politica al quale non si sentono vicini: Alessandro Rossi, guardando ai mesi passati fa emergere il fastidio provato in una campagna elettorale che – a discapito di quanto si potrebbe pensare – è stata in effetti seguita dai più giovani, in pausa dallo studio e dall’università, ma non con piacere. «Penso che sia stata una campagna elettorale per nulla matura e costruttiva, fondata principalmente sul tentativo di distruggere l’avversario. Quindi nonostante l’abbia seguita con una certa passione, mi ha dato fastidio. Nonostante questo oggi ho votato per la prima volta e ho sentito tutta l’importanza che ha questa azione da cittadino, infatti alle 6.59 ero davanti al seggio ».

E poi ci sono le attese per il futuro, un futuro il cui contorno da ieri è diventato più definito. Per questi giovani neo elettori le certezze su cosa aspettarsi dalla maggioranza sono chiare: «Mi aspetto coerenza – dice Matteo Pizzagalli – e me la sarei aspettata da chiunque avesse vinto perché, sia a destra che a sinistra, i partiti dovranno rispettare quanto propagandato in campagna elettorale, i progetti e le iniziative presentati ai cittadini. Per me questo è fondamentale». Coerenza, rispetto e soprattutto onestà, come spiega Chiara Fugazza che dai partiti usciti vincitori da questa tornata elettorale si aspetta un comportamento onesto ed equilibrato.

Ma, secondo alcuni dei neo elettori, è mancata concretezza nei programmi proposti dai vari partiti, al punto che il futuro appare loro come un grosso punto di domanda a cui non sarà facile offrire risposte complete: «Non direi di essere andata a votare piena di entusiasmo perché sapevo che il risultato non sarebbe stato quello da me sperato – dice infatti Vittoria Volontè – ma sicuramente sono contenta di aver avuto l’occasione di confrontarmi su questi temi con i miei amici, siamo stati tutti coinvolti e questo credo sia in ogni caso un buon segnale».

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