Libeskind, 4.200 firme: il referendum si fa

Il comitato contro il monumento ha raggiunto le sottoscrizioni necessarie

In poco più di due mesi il comitato contrario al monumento di Daniel Libeskind sulla diga foranea è riuscito nell’impresa di raccogliere le 4.200 firme necessarie per indire a Como un referendum sul progetto.

Il traguardo è stato tagliato ieri, dopo settimane di presenza costante dei promotori in centro città, con i banchetti per la raccolta delle sottoscrizioni. Il comitato è guidato dai consiglieri della lista Adesso Como Alessandro Rapinese e Ada Mantovani. L’iniziativa era scattata il 22 ottobre scorso, con il via libera della giunta al quesito referendario (“Vuoi che venga installato il monumento The Life Electric sulla diga foranea Piero Caldirola di Como?”). Il comitato aveva 90 giorni di tempo per arrivare al numero minimo di firme necessarie - 4.200 appunto - e, a dispetto dello scetticismo iniziale, il traguardo è stato tagliato.

Il referendum, quindi, si farà. Resta da stabilire quando (dovrebbe essere una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno). Nel frattempo, però, i lavori per rinforzare la diga in vista della posa del monumento sono partiti e altri interventi si terranno nei prossimi giorni, il Comune non intende bloccare l’iter.

Dopo il sì del Comune all’opera di Libeskind i comaschi si sono divisi e sono sorti diversi comitati. Il gruppo di maggioranza Como Civica ha calcolato che il referendum potrebbe costare 180.558 euro e 55 centesimi. Inoltre ha ricordato gli esiti dei referendum che si erano tenuti a Como nel 2000 e nel 2009 (si era sempre rimasti bel lontani dal quorum del 40%) e sulla base di quelle esperienze ha sostenuto che «è altamente improbabile, se non impossibile, raggiungere il quorum». Di conseguenza, secondo i consiglieri, «ci avviamo a spendere più di 180mila euro per nulla».

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