«Per salvare Como
abbattere e ricostruire»

Per Tino Tajana, l’ex ingegnere capo del Comune è l’unica soluzione per “ribellarsi” al brutto di una città invecchiata. «Le case sono come auto usate. Se non hanno valore vanno rottamate»

Como

Clemente Tajana ex ingegnere capo del Comune, intervienenel dibattito innescato dal pittore Giuliano Collina sulle brutture di una città che non ha avuto il coraggio di osare, dice che la verità sta proprio lì, un po’ nel mezzo.

«Del pensiero di Collina - riferisce Tajana, direttore dell’Accadema Aldo Galli ma anche ex ingegnere capo del Comune - condivido lo spirito. C’è bisogno davvero di smuovere le acque. E però sono anche convinto che qualche regola serva. Il verde, per esempio. Non possiamo più permetterci di costruire ex novo in una città già sufficientemente congestionata. Quel poco di natura che ancora ci circonda va preservato».

Ma qualcuno ci ha provato

E allora: «Ci sono tante zone del centro e delle periferia che andrebbero completamente ridisegnate, trovando il coraggio di radere al suolo edifici brutti senza alcun valore storico. Penso ad esempio alla zona compresa tra il cosiddetto Dadone e lo scalo ferroviario di Como Borghi. Ci sono condomini che andrebbero completamente ripensati, ci sono capannoni, spazi semi inutilizzati... Sono ambiti ideali in cui proporre qualcosa di nuovo nel contesto di una città che, dal Razionalismo in poi, non ha ideato praticamente più nulla. Dobbiamo entrare nell’ordine di idee che le case sono come le automobili. Se non hanno valore vanno rottamate,

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