Più voti ma meno soldi: la Lega taglia

Viaggio nel movimento che fa i conti anche a Como con l’addio del finanziamento pubblico ai partiti I dipendenti rischiano il posto, salvo il quartiere generale di via Garibaldi solo grazie all’affitto ridotto

Sono trascorsi più di vent’anni dalla decisione di acquistare - pagandolo 14 miliardi di lire - l’enorme edificio un tempo sede dell’azienda farmaceutica Meazzi, in via Bellerio a Milano. Era il 1993, era la Lega di Umberto Bossi.

Ora è cambiato il mondo anche in casa leghista, la sede di via Bellerio è quasi del tutto vuota, hanno chiuso persino la mensa e l’attività si concentra in un’unica palazzina all’interno della stessa area, per risparmiare sulle spese correnti.

A Como, pur con le dovute proporzioni, si vive una situazione simile. La piccola sede cittadina, in un condominio di via Garibaldi, resta aperta a fatica, solo grazie a un canone d’affitto più basso e con garanzie per un anno al massimo. Non è tutto. Tra i 71 dipendenti in carico alla Lega ce ne sono un paio che lavorano proprio a Como, con mansioni di segreteria, e rischiano seriamente il posto.

Insomma, la Lega fatica a far quadrare i conti proprio nel momento in cui vede aumentare i propri consensi, anche grazie all’attivismo del segretario Matteo Salvini. Un Salvini che imputa le difficoltà odierne non a scelte del movimento ma alla crisi generale e alle norme. Per poi sottolineare che il Carroccio non ha mai goduto di grandi appoggi e, per questo, è arrivato a chiudere, in tempi recentissimi, sia il giornale (La Padania) che la tv (Telepadania) mantenendo in vita solo l’emittente radiofonica.

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