«Ragazzi in fuga da Facebook
per non essere controllati»

Valerie Moretti: «Il problema non è solo il controllo sui social network

ma l’incapacità di gestire la frustrazione. Hanno tutto subito, non va bene»

Como

«I ragazzi hanno sempre tutto e subito. Non hanno più neppure il tempo di aspettare.Così non sanno gestire la frustrazione di un no o di qualcosa andato storto. La solitudine e l’attesa sono due condizioni in cui di solito si manifesta la creatività perchè bisogna trovare qualcosa da fare per riempire il tempo. Ma se un bambino non sa aspettare e non sa star da solo e sta tutto il giorno con il telefono in mano a condividere qualunque cosa e vede l’attesa come tempo perso, va in crisi».

Sempre connessi

Valerie Moretti, piscopedagista che riempie ogni volta le sale nei suoi incontri su bambini e ragazzi, ha letto l’articolo del giornalista Carlo La Valle su L’Ordine che parla della fuga dei minorenni da Facebook. Ma al di là del fenomeno, la migrazione dal libro delle facce alle piattaforme di messaggi istantanei tipo What’s App, la spaventa il fatto che i ragazzi abbiano subito qualunque cosa, a partire dallo smartphone con connessione perenne. Siamo passati dalla stanza dove i ragazzi si trovavano con i loro amici a studiare leggere giocare alla pocket room dove tutto il mondo dei ragazzi è nella tasca dove c’è il telefonino. Quando c’era la stanza, i genitori chiedevano ai figli di non chiudere a chiave per poter averla supervisione. Ora subordinano l’apertura di facebook alla possibilità di essere amici dei figli per controllarli».

I ragazzi perun po’ si sono lasciati controllare, poi hanno imparato ad aggirare i controlli, alla fine si sono seccati e hanno smesso di aggiornare il loro profilo, parlandosi direttamente con What’s app.

© RIPRODUZIONE RISERVATA