Referendum, vincono i no
Il Ticino chiude su Expo

Bocciato con il 54,5% il credito per portare il Cantone all’evento. Il Consiglio di Stato: «Sarà garantita una presenza minima»

Il Canton Ticino chiude le porte a Expo. Il referendum sul “Credito per il finanziamento della partecipazione del Cantone Ticino a Expo Milano 2015” ha fatto registrare il 54,5% di voti contrari. Ciò, ovviamente, non significa che il Ticino sarà totalmente assente dall’evento. Ci ha tenuto a precisarlo in una nota ufficiale, il Consiglio di Stato. «Una presenza, seppur minima, del Cantone all’esposizione universale del prossimo anno a Milano, unitamente ai Cantoni Partner del San Gottardo e alla Confederazione, sarà comunque garantita attraverso il finanziamento privato e al fondo di garanzia deciso dal Governo ticinese il 18 giugno 2014 e permetterà l’organizzazione di alcune attività di promozione del territorio ticinese - dice il governo cantonale - per contro, non sarà possibile finanziare alcun progetto sul suolo ticinese».

Canta vittoria la Lega dei ticinesi che ha associato il voto contrario sul credito per Expo ai sentimenti anti italiani, diffusi in una parte della popolazione. «Con il suo voto il popolo ha dato un segnale chiarissimo: il Ticino non deve partecipare ad Expo utilizzando soldi pubblici. I ticinesi hanno voluto far capire al governo che eventuali escamotage sono inaccettabili, noi ci batteremo affinché la volontà popolare sia rispettata fino in fondo» hanno commentato diversi dirigenti del partito a margine della consultazione.

In Ticino e negli altri altri cantoni, domenica si è votato anche su altri quesiti referendari. Su tutti i fronti dalle urne sono arrivati dei no. Bocciata la proposta di abbassare l’Iva per il settore della ristorazione e quella di riformare la sanità pubblicizzando l’assistenza attualmente garantita da casse malati private. E ancora, in Ticino, no al quesito per dare maggiori sostegni alle scuole comunali.

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