Scandalo a luci rosse in Ticino
Un comasco fa tremare la Lega

Al via oggi a Bellinzona il processo contro Luigi Girardi

Gestiva una casa di tolleranza frequentata da funzionari pubblici

Como

Se non fosse che accade tutto di là, a Lumino - un Comune di 1300 anime alle porte di Bellinzona, nel cuore caldo del Ticino più “ortodosso” - la storia di Luigi Girardi e del processo che proprio oggi prende il via nel capoluogo ticinese, starebbe bene in una qualunque Procura italiana.

Il protagonista è un comasco di 49 anni con residenza a Ronago, detenuto nelle galere federali dallo scorso mese di ottobre. Bastano le sei pagine del capo di imputazione che lo riguardano ad annullare all’improvviso le distanze tra noi e loro, tra Svizzera e Italia: «Sono vittima di un complotto», dice Girardi, che probabilmente ripeterà le stesse cose al giudice che dovrà decidere della sua sorte in soli due giorni, tra oggi e domani (almeno in questo siamo ancora distanti).

Dunque: l’imprenditore deve rispondere di una serie di reati commessi all’ombra del suo “Lumino’s”, il locale di cui era direttore fino all’anno scorso e in cui un’allegra brigata di giovani donne praticava il mestiere più vecchio del mondo. È accusato di avere utilizzato a fini estorsivi un video che immortalava una delle sue ragazze in azione con un solerte funzionario cantonale, uno di quelli che avrebbero dovuto valutare una richiesta di sanatoria, dopo che, un paio di mesi prima, il Comune aveva revocato al locale la licenza.

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