Ticino contro la benzina italiana
«Solo qui impianti sicuri»

Il pretesto è l’indagine nazionale che ha portato alla ribalta molte manomissioni. Oltre frontiera “pesa” la tessera sconto in Lombardia

Dal Ticino parte la guerra alla benzina italiana. O meglio, approfittando della notizia delle manomissioni delle pompe, dalla Svizzera - come rivela il sito del Corriere del Ticino - arriva la precisazione “furbetta”: se in Italia, viene detto in sostanza, un terzo delle pompe non sono in regola (dopo i recenti controlli della Finanza su 800 impianti in tutta la Penisola),qui da noi invece «casi di frode sono da escludere tanto accurati sono i controlli periodici alle pompe, debitamente sigillate con piombi difficilmente manomettibili».

Insomma prendendo a pretesto una serie di controlli in tutta Italia, dal Canton Ticino si sferra l’attacco fin troppo allusivo soprattutto quando si fa riferimento all’indagine nazionale, si sottolinea che il 28% degli impianti è fuorilegge perché manomessi dagli operatori, mentre in Ticino - ovviamente - la percentuale è dello 0%.

A parlare al sito del Corriere del Ticino sono il portavoce del Touring club svizzero (TCS) Renato Gazzola e il verificatore ufficiale di pesi e misure Claudio Cassino che rassicurano sui controlli in Ticino e ricordano che «la notizia che ci giunge dall’Italia non è una novità. Molte sono infatti le pompe “libere” non controllate dalle grandi case petrolifere». Gazzola però dice che non si può essere sicuri neppure per i distributori di marca, mentre solo in Ticino vi è la sicurezza.

Probabilmente i venti di crisi fanno male oltre confine e la tessera sconto ancora di più.

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