Turismo, Como batte Lugano
Gli stranieri scelgono il Lario

Nel Canton Ticino pernottamenti in calo del 6,5% rispetto all’anno scorso, da noi è più 9,6%. Fra le cause anche il super franco

Mentre dal nostro lago arrivano dati confortanti sul fronte delle prenotazioni alberghiere per tutto il mese di agosto e dei pernottamenti nel trimestre primaverile, i nostri vicini oltreconfine registrano una sonora batosta: un calo del 4,9% sul semestre rispetto al 2015 ma soprattutto un -6,5% tra questo giugno e quello dell’anno passato.

Il Lario, insomma, si conferma fra le mete privilegiate fra i villeggianti, soprattutto stranieri, mentre il Ceresio scende delle preferenze della clientela internazionale. Per una volta, il confronto fra le due realtà - evidentemente non solo dal punto di vista naturalistico, qui si parla anche di strutture e servizi - premia senza ombra di dubbio il fronte italiano.

È dei giorni scorsi il dato sulle presenze nel trimestre marzo-giugno in Provincia di Como, rilevato a margine di Expo, che certifica un lusinghiero +4,9% di arrivi negli alberghi lariani rispetto al 2014 e un +9,6% di pernottamenti.

La situazione generale in Svizzera invece è di stallo (-0,6% rispetto al primo semestre 2014, +0,2 in giugno), ma in Ticino, in base ai dati dell’Ufficio federale di statistica, il numero delle presenze è addirittura in picchiata

La crisi non riguarda però solo la regione che confina direttamente con il nostro territorio: nove regioni elvetiche su 14 hanno registrato delle flessioni rispetto al primo semestre 2014. Nei Grigioni si osserva la flessione più marcata dei pernottamenti (-4,4%). Seguono il Vallese (-4,1%), la Svizzera orientale (-5,3%) e appunto il Ticino (-4,9%).

L’Ufficio federale di statistica non avanza analisi sul perchè di questa brutta prova del il turismo svizzero e in particolare ticinese. Ma certo il superfranco, che all’inizio dell’anno ha livellato il cambio fra franco svizzero ed euro, ha reso meno appetibili le località svizzere per tutti gli abitanti dell’area euro, diventate meno competitive dal punto di vista dei prezzi rispetto ad altre mete europee, anche quando non a buon mercato come quelle che si affacciano sul nostro lago.

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