Urla nel cortile del Comune
L’assessore: «Vergognoso»

Un post di Lorenzo Spallino sulla protesta contro la Ztl scatena le polemiche. «Può capitare, ma non nel cortile d’onore del Comune»

Gli amministratori comunali digeriscono a fatica la manifestazione e le contestazioni di lunedì scorso contro la Ztl. E se il sindaco parla di «clima da stadio», l’assessore Spallino attacca su facebook: «Vergognoso».

Lorenzo Spallino ha dato sfogo alla sua rabbia, ieri, in un botta e risposta sulla pagina del social network dell’avvocatessa comasca Livia Sarda.

Scrive Spallino: «Sbaglio o eri anche tu nel cortile di Palazzo Cernezzi con i lumini? No, perché se eri tu mi chiedo come possa una persona partecipare a una manifestazione dove si urla “buffoni” alla giunta, e quindi anche a me, e poi incontrarmi per strada e chiedermi come stanno i figli».

Più sotto, dopo una risposta altrettanto dura dell’avvocato Sarda, l’assessore prosegue: «E al di là di chi ha ragione o torto trovi normale invadere il cortile del Comune come avete fatto? Personalmente credo sia vergognoso».

«Fossi il padre lo diserederei - chiosa l’anima della protesta, il consigliere Alessandro Rapinese - È un vero peccato che l’assessore Spallino dimostri di non avere la benché minima idea di cosa sia la partecipazione ed è grazie ad atteggiamenti come questi che poi il palazzo viene accerchiato da cittadini in protesta. Ringrazio gli inventori di facebook».

In realtà, spiega l’esponente dell’amministrazione Lucini, quel «vergognoso» non era rivolto alla manifestazione in sè, ma agli slogan urlati all’interno del cortile di «un’istituzione».

«Per quanto mi riguarda - replica al telefono Spallino - i manifestanti possono venire nel cortile del Comune tutti i giorni. Quello che trovo vergognoso non è la manifestazione, ma sono le urla, i fischi, gli slogan gridati non in piazza, ma in una sede istituzionale».

Oggi Spallino è tornato sull’argomento nella sua newsletter. Queste le sue parole: «Credo nel rispetto delle istituzioni. Credo che ognuno abbia il diritto di manifestare ma che nessuno abbia il diritto di offendere. Credo che al pari delle persone, anche i luoghi delle istituzioni meritino rispetto. Credo, come Hoffer, che la derisione e il dileggio siano la finta prova di forza dell’uomo debole, che nella irrisione dell’altro vede l’affermazione risentita di sé stesso. Non pretendo di pensare che tutto ciò sia condiviso. Ma credo che queste cose debbano essere dette, non solo pensate. Perché diversamente non saremmo cittadini, ma sudditi silenziosi. E continuo a pensare che trasformare una manifestazione civile in una sequenza di urla e fischi all’indirizzo di sindaco e assessori possa, nei fatti, avvenire ovunque. Ma non nel cortile d’onore del Comune».

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