Variante, subito il cantiere Anas
Al via la bonifica dell’area di Colonno

Previsti alcuni giorni con movieri o semaforo sulla Regina, in azione gli artificieri del Genio militare

Potrebbe già andare in scena nella settimana che inizia lunedì 18 ottobre in quel di Colonno il primo vero assaggio di cantiere della variante della Tremezzina.

Questo perché, prima dei 120 giorni di chiusura della statale a partire dal 29 novembre, dovrà essere portata a termine in corrispondenza del portale sud e dell’imbocco del “salto di montone inverso” (dunque in due distinti punti) un’incombenza prevista dalla legge e racchiusa nella sigla “Bob”, acronimo di bonifica da ordigni esplosivi e residuati bellici.

La legge prevede in tal senso un’autorizzazione da richiedere al Genio Militare - in questo caso al 5° Reparto infrastrutture di Padova, ma ciò che più conta sta nel fatto che la Regina - su ordinanza Anas - sarà regolamentata in quel tratto da un senso unico alternato (si parla di quattro-cinque giorni di lavoro).

Spetterà dunque al personale incaricato eseguire la bonifica, che in seconda istanza porterà in dote anche il disgaggio della parete rocciosa. La notizia ha trovato conferma ieri, con l’impresa impegnata nel disgaggio - che, per inciso, si avvarrà anche di un elicottero per il trasporto del materiale - alla ricerca di uno spazio idoneo per depositare una parte consistente del materiale.

Il tutto naturalmente sotto lo sguardo attento di Anas e Consorzio Stabile Sis. Sarà dunque in tutto e per tutto il primo atto ufficiale del cantiere della variante della Tremezzina, che comunque non dovrebbe contemplare grossi disagi.

Il condizionale sulle tempistiche - comunque entro quindici giorni questa operazione sarà portata a termine - è legato al fatto che Anas e impresa stanno concordando al meglio il da farsi proprio per ridurre al minimo i disagi. Toccherà ad Anas formalizzare poi tramite ordinanza il senso unico alternato, che oltre al semaforo potrebbe prevedere soprattutto nelle ore di punta l’utilizzo di movieri, anche perché l’imbocco del salto di montone inverso è ubicato in una zona particolarmente stretta del tracciato, all’uscita (direzione Camogge) da una semi-curva.

(Marco Palumbo)

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