Addio Ferrotel
di Ponte Chiasso
I lavoratori perdono il posto

Cisl dei laghi protesta per lo stop al servizio. «Inaccettabili e illegittimi i cinque licenziamenti»

Il Ferrotel di Ponte Chiasso chiude i battenti, posto di lavoro a rischio per i suoi cinque dipendenti. A lanciare l’allarme è la Cisl dei Laghi, in particolare il segretario generale della Fit Cisl presidio di Como, Filippo Ghibaudi, e il responsabile Ufficio vertenze, Antonio Mastroberti. «Ferservizi, la società proprietaria dell’immobile adibito a dormitorio per il personale - spiega Ghibaudi - ha deciso di dismettere il servizio alberghiero dedicato a macchinisti e capitreno in pausa. Questa scelta ha comportato al Consorzio Stabile Gas di Roma, attuale società appaltatrice, di procedere con i licenziamenti dei lavoratori impiegati nella struttura di Ponte Chiasso. Il sindacato non può che esprimere il suo disappunto». Il servizio Ferrotel è riservato ai dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato, permette loro di passare qualche momento di riposo tra un turno e l’altro ed è utile soprattutto al personale dei treni merci che viaggia durante la notte.

Gli immobili Ferrotel in esercizio in Italia sono 14 e ospitano, mediamente, 550 persone al giorno. Sono aperti 24 ore su 24 e garantiscono un’offerta potenziale di circa 300 mila soggiorni l’anno. «In riferimento alla situazione comasca, che ci riguarda da vicino - riprende Ghibaudi - devo sottolineare che la decisione di cessare le attività ci ha preso alla sprovvista; inoltre, non ci sembra coerente con gli investimenti effettuati negli ultimi anni per ammodernare il complesso di via Franscini. Perché avviare un’opera di ristrutturazione quando già si prevedeva un futuro smantellamento?»

«Le lettere di licenziamento - ha poi chiarito Antonio Mastroberti - sono pervenute ai lavoratori nel mese di luglio, assumeranno efficacia a partire dal 30 di settembre. Noi ci siamo già rivolti all’ente datore di lavoro per manifestare la nostra contrarietà a una misura incomprensibile, oltre che illegittima, dato che il governo ha stabilito lo stop dei licenziamenti per motivi economici fino al 31 dicembre. Finora il nostro appello a una ricollocazione delle cinque persone è rimasto inascoltato: se Ferservizi e Consorzio non troveranno in tempi brevi una soluzione alternativa, che comprenda anche l’attivazione di una speciale cassa integrazione, ci rivolgeremo al giudice per chiedere la reintegrazione dei lavoratori».

La battaglia legale, tuttavia, può ancora essere evitata: «Le possibilità di arrivare a un accordo ci sono - afferma Ghibaudi - anche perché il gruppo Ferrovie dello Stato, a nostro avviso, non dovrebbe fare fatica a destinare i dipendenti in esubero ad altri settori di lavorazione, sfruttando il know-how da loro maturato in tanti anni di servizio».

Il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo ha manifestato solidarietà ai lavoratori ed ha chiesto il loro reintegro.

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