L’alta profumeria
made in Como
Top sul mercato russo

Alyson Oldoini ha creato un brand specializzato in fragranze di eccellenza e avviato nei Paesi esteri. I tre fattori chiave: una passione innata, il dono di un olfatto super e l’incontro con un grande profumiere francese

Nella creazione di un profumo c’è qualcosa di artistico e di artigianale. La capacità di cogliere una fugace ispirazione, la conoscenza degli oli essenziali e lo snodarsi degli accordi olfattivi e la pazienza di cercare la massima coerenza tra ciò che è stato immaginato e la sua espressione finale: la fragranza.

Un insieme di istinto, talento e competenza che ha permesso a Alyson Oldoini di creare, a Como nella sede di via Paoli, il brand Alyson Oldoini Parfums. La sua formazione artistica, la sua innata passione per l’alta profumeria e il dono di un olfatto sensibile e rarefatto si sono espressi nella creazione di una linea di fragranze esclusive, nata nel 2013, ma che continua a arricchirsi di nuovi racconti olfattivi. «Nel 2011, mi trovavo a Parigi e, del tutto casualmente, ho fugacemente incontrato Benoist Lapouza, un famoso profumiere francese che ammiravo. Gli ho parlato del mio interesse per il suo mondo e, passo dopo passo, ispirata da quell’incontro, ho deciso di seguire la mia passione. Avvalendomi della sua collaborazione, mi sono immersa nella profumeria artistica e ho creato e firmato le prime fragranze» spiega Alyson Oldoini.

La relazione professionale tra i due è stata facilitata da un’ulteriore coincidenza: Como era anche la sede di un’azienda della quale Lapouza era direttore creativo. Quest’ultima ha subito preso parte al progetto e così, sulle rive del lago, sono nate le prime prove, i primi tentativi di tradurre ciò che Alyson immaginava in piramidi olfattive, per esempio, fiorite o orientali, in formulazioni che venivano poi perfezionate da Lapouza. Dopo correzioni, limature alla ricerca della nota perfetta e conferme, in un continuo scambio tra Como e Parigi, ha preso forma la prima linea di sei profumi - oggi ampliata - il cui filo conduttore era la volontà di esprimere storie che si traducessero in racconti olfattivi, attraverso oli puri, rari e altamente concentrati in formule testate. Il target è la fascia alta del mercato.

«La prima fragranza femminile, “Oranger Moi”, giocata sulle note dei fiori d’arancio, l’ho immaginata come una scia avvolgente, ma discreta, mentre “Rose Profond”, un tripudio di rosa damascena e iris blu, l’ho studiata per una femminilità più intensa, più incisiva. Invece, per il mondo maschile, ho pensato, per esempio, a un uomo divertente e scanzonato annunciato da “Chocman Mint”, dove menta ghiacciata, caffè e cioccolato amaro si fondono in una fragranza sottilmente golosa» continua Oldoini. Nel 2016, è stata lanciato “Diafana Skin”, una sperimentazione che stravolge il concetto della classica piramide olfattiva, dove le note si svelano secondo l’ordine testa-cuore-fondo, per creare invece una formulazione costruita su note che si sprigionano tutte simultaneamente, mantenendo la costanza della fragranza nel tempo, dalla prima all’ultima nota: il profumo, in modo insolito, si svela immediatamente per ciò che è, senza modulazioni temporali.

Anche la distribuzione sul mercato delle fragranze ha subito un percorso inconsueto. «Contrariamente a quanto accade normalmente, abbiamo preferito iniziare lanciando i profumi prima sui mercati esteri, partendo dalla Russia e dai suoi paesi satellite, dove ciò che è esclusivo viene accolto con apertura, mentre nell’ovest è più complicato far conoscere i nuovi marchi. Poi, siamo arrivati anche in Italia, dove, per il momento, siamo presenti in pochi punti esclusivi» puntualizza Oldoini. Ora, la sfida è rivolta, in primo luogo, ai mercati mediorientali, dove il profumo, concepito come unisex, deve però sapersi caratterizzare da pelle a pelle, e, in secondo luogo, al Giappone, dove a una fragranza è richiesta massima discrezione.

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