«Bene la riforma degli Its. Ora più integrazione tra scuole e aziende»

Antonio Pozzi , vicepresidente di Confindustria Como. «Percorsi triennali, una nuova governance e docenti dalle imprese»

Via libera definitivo alla riforma degli Its. La proposta di legge è stata approvata dalla Camera con 387 voti favorevoli, 6 astenuti e nessun voto contrario.

Ci aiuta ad orientarci nel provvedimento Antonio Pozzi che, in qualità di vicepresidente di Confindustria Como con delega all’Education, ha avuto un ruolo chiave, insieme al Gruppo Metalmeccanici, nella coprogettazione del nuovo Its Meccatronica che verrà realizzato in autunno in collaborazione con Fondazione Its Lombardia Meccatronica e alla scuola polo Magistri Cumacini di Como.

Cosa cambia con la riforma appena varata dalla Camera?

Prima di tutto la definizione: gli Its diventano Its Academy - Istituti Tecnologici Superiori. Come Confindustria riteniamo che si stia andando nella direzione auspicata dal mondo produttivo. La riforma promuove infatti la sinergia con le imprese e prevede sgravi fiscali, oltre a una ridefinizione della governance.

In cosa consistono le principali differenze rispetto al presente?

A mio avviso sono tre i punti da sottolineare. La grande novità è che ci potranno essere Its di due o tre anni. Il percorso di tre anni verrà equiparato alla laurea di primo livello, ma anche il corso biennale darà crediti CFU per accedere all’università. Bisogna aspettare naturalmente i decreti attuativi, ma la ratio della legge è quella di definire percorsi realmente alternativi e allo stesso tempo integrati all’università. La seconda novità come dicevamo è il cambio di governance. Si ufficializza il fatto che le aziende avranno un ruolo fondamentale nell’organizzazione, perché saranno loro a definire i fabbisogni del territorio di riferimento. Terza novità: il 60% - fino a ieri era il 50% - delle docenze dovrà arrivare dal mondo imprenditoriale.

A questo proposito pensa che le aziende abbiano già collaboratori pronti a diventare docenti?

Sicuramente questo è un passo importante. Passare le proprie competenze e l’esperienza acquisita sul campo ai ragazzi è fondamentale e le aziende, con i loro tecnici, hanno già esperienza in ambito formativo. Il personale da destinare alla docenza sarà naturalmente scelto con attenzione, tenendo in considerazione la capacità di insegnare e trasmettere le conoscenze pratiche. Del resto anche i docenti provenienti dalla scuola devono avere una formazione ad hoc. A proposito del nostro Its meccatronica, in questi giorni sono iniziati incontri specifici fra professori e formatori provenienti dal mondo del lavoro proprio perché ci si possa preparare insieme all’avvio del progetto.

Quali sono le aree tecnologiche interessate dagli Its Academy?

Oggi sono sei: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, nuove tecnologie per il made in Italy, tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e tecnologie della informazione e della comunicazione; la riforma punta però ad allargare il numero delle aree.

Una parte preponderante riguarda i tirocini. C’è stata qualche modifica?

La grande novità è che gli stage aziendali e i tirocini formativi, che sono obbligatori almeno per il 35% del monte orario, potranno essere svolti anche all’estero e saranno sostenuti tramite borse di studio.

Gli Istituti Tecnologici Superiori potranno contare sul Fondo per l’istruzione tecnologica superiore.

Di solito le aziende che partecipano agli Its e richiedono 4-5 figure specializzate sono realtà grandi che possono avere filiali all’estero e devono avere la possibilità di ampliare l’orizzonte proponendo anche tirocini fuori dai confini nazionali.

Prima si parlava di fondi per gli Its e di sgravi fiscali, in cosa consistono?

È previsto un fondo stabile a partire da quest’anno di quasi 50 milioni di euro che verrà utilizzato per la realizzazione dei percorsi formativi, il potenziamento dei laboratori e delle infrastrutture tecnologicamente avanzate, ma anche per le borse di studio e l’orientamento dei giovani e delle loro famiglie.

La riforma definisce infatti misure per fare conoscere queste realtà formative ai giovani e alle famiglie con campagne informative e attività di orientamento a partire dalla scuola secondaria di primo grado.

Per quanto riguarda gli sgravi fiscali l’articolo 4 del provvedimento prevede un credito di imposta al 30% per le imprese che decidono di investire negli Its. Questo credito sale al 60% se l’erogazione avviene nelle province in cui il tasso di disoccupazione è superiore a quello medio nazionale.

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