Coronavirus, dal Ticino
in Italia per la spesa
Multa di cento franchi

La Confederazione ha disposto un ulteriore inasprimento dei controlli a fronte di un aumento dei tentativi di venire a Como per le compere

Le dogane restano sotto la lente di Berna e Bellinzona in ingresso (frontalieri) e in uscita (pendolari della spesa, con annessa multa da 100 franchi quale novità di ieri, come vedremo) dalla Svizzera. L’impressione è che dopo Brusata - omologo di Bizzarone - che riaprirà da lunedì a venerdì dalle 5 alle 9 e dalle 16 alle 20 altri valichi potrebbero a breve riaprire al traffico, su tutti Pizzamiglio (che insiste su Maslianico). La parziale riapertura dei cantieri (fino a 10 dipendenti) e dunque il via libera al ritorno al lavoro di diversi frontalieri porterà in dote anche un ulteriore innalzamento del livello di guardia ai valichi, come confermato ieri dal ministro ticinese Norman Gobbi. Il permesso “G” resta il principale lasciapassare. Fermo restando che un discreto numero di frontalieri è già rientrato al lavoro da martedì. Sempre ieri Berna ha puntualizzato un altro concetto che interessa da vicino anche il Comasco e cioè che chi si recherà in Italia o comunque oltre frontiera per fare shopping al rientro in Svizzera sarà multato. La sanzione sarà di 100 franchi. Il Consiglio federale ha messo nero su bianco che «la sanzione non è per l’acquisto, ma per aver ostacolato il lavoro di protezione del confine».

Negli ultimi giorni, le guardie di confine hanno segnalato un aumento del “turismo degli acquisti”. Da qui la decisione di Berna di correre ai ripari. Analoga sanzione sarà comminata a chi prenderà in consegna merci presso valichi di confine chiusi.

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