Coronavirus
Turismo sul lago
In un solo albergo
1.600 disdette

Il Britannia valuta il rinvio dell’apertura. Pesano anche le incongruenze delle misure anti virus. «Insostenibili i costi di un eventuale sequestro»

L’emergenza Coronavirus rischia davvero di portare in dote una prima pesantissima ripercussione per il turismo lariano, che va ben oltre le cancellazioni di prenotazioni di cui si è dato purtroppo conto in questi giorni. Nel tardo pomeriggio, al termine di una giornata particolarmente convulsa, Whieldon Ross Stacey, proprietario del Grand Hotel Britannia - una delle “corazzate” del nostro lago (250 camere) - ha spiegato a “La Provincia” che domenica 15 marzo il Britannia potrebbe in maniera più che concreta non riaprire i battenti dopo la pausa invernale. E questo nonostante la forte contrarietà dei tour operator inglesi, preoccupati per come potrebbe essere presa Oltremanica la notizia.

Crisi diffusa

Una decisione ufficiale sarà presa entro 24 ore, ma gli indizi portano tutti verso una chiusura “a tempo”. Peraltro anche altri hotel del lago starebbero meditando lo stop temporaneo all’attività. Il Britannia rimarrebbe così chiuso sino al 30 aprile o almeno sino all’ultima decade di aprile, in attesa di capire non solo quanto durerà l’onda lunga del Coronavirus, ma anche quale sarà lo scenario normativo con cui dovranno interfacciarsi gli operatori turistici. Il che significherebbe, quale prima conseguenza, 50 dipendenti a casa un mese e mezzo.

A monte c’è un’ordinanza - firmata da un sindaco del Ponente ligure (Laigueglia) - che rischia davvero di pesare come un macigno sugli scenari futuri anche del turismo lariano. «A Laigueglia, a seguito di un caso di Coronavirus, che purtroppo ha avuto esito mortale (l’ospite era un’anziana turista lombarda, ndr), il sindaco tramite ordinanza ha disposto il sequestro dell’albergo - fa notare, ponderando pensieri e parole, Whieldon Ross Stacey -. Il che significa che l’attività, per cause facilmente immaginabili di natura sanitaria, si è completamente fermata. Peraltro non si parla di quarantena, ma di isolamento. Non solo. Sino all’intervento della Protezione civile, proprietari, ospiti e personale sono dovuti rimanere in quarantena all’interno dell’hotel per poi prendere strade diverse, ma comunque con l’obbligo della quarantena come da protocollo. Si tratterebbe di un “rosso” di bilancio per noi pesantissimo. Mi appello alla politica. Si dice che la vita e il turismo devono andare avanti come prima, ma poi occorrono strumenti normativi per evitare la paralisi. E’ evidente che il momento sia delicato. Ma senza garanzie la stagione non può iniziare. Un’eventuale ordinanza di sequestro significherebbe compromettere buona parte della stagione. Meglio pazientare e attendere settimane più propizie».

Stop ai voli

La cancellazione dei voli verso Milano da parte di American Airlines e Delta Airline non giovano alla causa. Le Ville hanno deciso di scommettere sul “fattore fiducia”. Villa del Balbianello riaprirà venerdì 13 marzo, una settimana più tardi toccherà a Villa Carlotta. «Cito un dato: tra Grand Hotel Britannia e Hotel Bazzoni abbiamo sin qui avuto 1600 rinunce da parte di altrettanti ospiti. Sono numeri che fanno riflettere a cui si aggiunge la già citata ipotesi di sequestro della struttura come avvenuto a Laigueglia. Tenendo conto che le strutture pagano già il dazio del Decreto Dignità che in base al concetto di stagionalità dei servizi impone 72 giorni di chiusura continuativi - conclude Ross Stacey -. Ragioneremo sul da farsi anche per quanto concerne l’hotel Bazzoni a Tremezzo».

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